Varese San Fermo : il borgo dipinto di Penasca

 


In questa escursione visiteremo il borgo di Penasca situato nella frazione San Fermo di Varese. Facente parte dell’Associazione Italiana Paesi dipinti, il borgo costituisce l’antico nucleo cittadino di San Fermo ed offre un itinerario dove è possibile ammirare una galleria di opere d’arte (Borgo dipinto) e di pannelli con testi poetici (Borgo delle Muse) esposti in modo permanente sui muri degli edifici.

L’iniziativa di “dipingere” il paese nasce nel 2000 per volontà del Comune di Varese in collaborazione con l’Associazione Italiana Paesi dipinti e con il gruppo culturale Amici di San Fermo. Nel 2008 nasce invece il progetto “Scrivi … Amo la vita” ad opera del gruppo culturale Amici di San Fermo, grazie al quale il borgo è stato arricchito di pannelli con poesie, brani in prosa e versi in vernacolo bosino scritti da autori noti e locali.

Ci rechiamo a Varese e raggiungiamo la sua frazione San Fermo : in P.za Don Gabbani è situato un ampio parcheggio gratuito dove possiamo lasciare l’auto.


Ci incamminiamo verso sx per proseguire in Via Aquileia : di fronte a noi si erge la Chiesa Parrocchiale di Sant’Agostino.


La Chiesa è stata costruita nel 1927 in sostituzione di un preesistente edificio di culto, ha un impianto rettangolare con tre navate, cappelle laterali ed abside semicircolare. Dal fianco sinistro si innalza il campanile con pianta quadrata, il fusto presenta rientranze e piccole monofore e bifore ad archetto con colonne chiare nella cella campanaria. Sulla facciata neoromanica si alternano il rosso dei mattoni a vista ed il bianco della pietra. La differente altezza tra le navate laterali e la centrale rendono la facciata a salienti larga e spiovente. L’ingresso è strombato e sormontato da un protiro sostenuto da colonne con capitelli corinzi. Sopra il portale si trova una lunetta, affrescata con una Madonna col Bambino. Sui lati si aprono monofore e trifore cieche, mentre nella sezione superiore un grandioso rosone raffigura il santo. Corona la facciata una statua di Sant’Agostino incorniciata da una nicchia in protiro.

Percorsi 300 mt sulla salita di Via Aquileia finisce il tratto su asfalto ed inizia il percorso pedonale su acciottolato; lungo il percorso storico, recentemente ripristinato, sono posizionati interessanti pannelli informativi.




Dopo 120 mt alla nostra sx, oltre il parapetto in ferro, notiamo uno stretto sentierino che percorriamo per un centinaio di mt fino a pervenire all’antico lavatoio (1) decisamente in stato di degrado.


Torniamo indietro e continuiamo la salita di Via Aquileia, dopo 180 mt giungiamo al borgo di Penasca che è la meta della nostra gita.



Poco oltre le prime case alla nostra sx troviamo lo slargo del “Belvedere Stefano De Bortoli” (2) : da qui la vista spazia sulle cime del Sacro Monte, del Campo dei Fiori e del Monte Rosa oltre che sulla conca della Valle dell’Olona.


Sulla facciata di un edificio notiamo l’affresco “Fratello Sole, Sorella Luna” di Gian Piero Castiglioni ed il pannello con il “Cantico delle Creature” di San Francesco D’Assisi. Purtroppo, come spesso avviene, la facciata è stata deturpata dai soliti incivili.


Proprio di fronte al “Belvedere” sorge il Santuario dei SS. Fermo e Rustico.


Un tempo parrocchiale del rione, è stato costruito nel XVI secolo su un antico edificio romanico di cui non rimangono tracce. Si presenta con pianta ad aula unica, allungata all’inizio del ‘900 verso sud. Su un fianco si trova il campanile costruito nel 1750. La facciata a capanna è scandita da quattro lesene ioniche che sostengono la trabeazione del frontone. Al di sopra dell’ingresso architravato si trova una vetrata policroma con croce, ai lati sono poste le statue dei SS Fermo e Rustico e nel timpano triangolare tre brevi capitelli.

Proseguiamo in Via Oslavia dove troviamo “La Capeleta” (3) con la poesia ad essa dedicata.


Entriamo a dx in Via Avisio dove al civico 9 possiamo ammirare un bellissimo murale di Gian Piero Castiglioni raffigurante la salita al Sacro Monte.


Facciamo il tragitto a ritroso e proseguiamo a dx, dopo 35 mt a dx c’è l’imbocco di Via Isarco che per il momento tralasciamo per continuare su Via Oslavia.


Alla nostra sx troviamo il cancello carraio della “Villa Bonacina” con un bel viale alberato : qui aveva la sua residenza l’artista varesina Enrica Turri Bonacina, allieva del maestro Gino Moro ed esponente del Chiarismo, un movimento pittorico lombardo del Novecento.


Altri pannelli con poesie si susseguono lungo il cammino fino ad arrivare al Circolo “Ra Cà dur Barlich” arricchito da un piccolo spazio esterno con sedute e tavolo in pietra. Sulle pareti possiamo osservare il graffito “Angelo a Penasca” di Loris Ribolzi ed il mosaico “Il grillo parlante” di Enrica Turri Bonacina.


Al termine di Via Oslavia su un muro una grande mappa ci introduce al cuore di Penasca : L’Arco (4) di accesso a Via Rienza.



Percorrendo Via Rienza con i suoi stretti vicoli, androni e cortili si possono ammirare altri affreschi : “Sisma” di Alberto Venditti, “La stanza di Efebo” di Carlo Adelio Galimberti e “Giorno di Novembre” di Claudio Cargiolli.




Alla fine di Via Rienza andiamo a dx in Via Isarco dove è posizionato “Acrobati” di Marco Seveso.




Torniamo indietro e proseguiamo diritti su Via Isarco dove troviamo “Paesaggio Lombardo” di Antonio Pedretti, perveniamo quindi nella pittoresca “Curt di Ganditt” (5).



In questa corte sono posizionati “Serenità” di Marco Bogani e “Naufragi” di Gioxe De Micheli.

Proseguiamo fino in fondo a Via Isarco per poi immetterci a sx in Via Marzoli dove fiancheggiamo la Chiesa Parrocchiale di Cristo Re, la cui facciata principale prospetta su Via Abbazia.


La nuova chiesa parrocchiale è stata costruita tra il 1932-34. Si presenta con una pianta ad aula unica, con cappelle laterali rettangolari voltate a botte e abside semicircolare. Dall’angolo sud si innalza il campanile con il corpo in mattoni rossi e lesene angolari in pietra grigia. La Chiesa è in stile neoromanico ed è realizzata con laterizie pietre tagliate. Nella sezione inferiore della facciata a capanna è situato un pronao aperto retto da pilastri ed archi a tutto sesto. Ad di sotto si aprono tre ingressi architravati con un agnello pasquale dipinto sulla lunetta sopra il portale principale. Nella sezione superiore si apre un oculo esagonale con vetrata policroma e nel frontone una piccola croce. Altri oculi esagonali si aprono lungo i fianchi rendendo molto luminosi gli interni. Di notevole impatto è il presbiterio in cui si trova un grande ciborio in marmo rosso di Verona con altare in pietra nera. Sulle pareti sono affrescati evangelisti, profeti, l’Annunciazione, la Natività e nel catino absidale un Cristo in mandorla.

Finita la visita alla Chiesa prendiamo Via Abbazia verso sx fino a trovare Via Rovereto che percorriamo verso sx. Superiamo l’Arco (4), imbocchiamo Via Oslavia per tornare al “Belvedere Stefano De Bortoli” (2) e da qui a ritroso Via Aquileia per giungere al parcheggio di P.za Don Gabbani.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le foto dei luoghi visitati.

Aggiornato a luglio 2023

Galleria fotografica percorso


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