“Campo dei Fiori 360” - Punti panoramici e Via Sacra del Monte Tre Croci

 


Raggiungiamo la frazione di Velate in Comune di Varese ed all’incrocio Via Adige-Via Quintino Sella proseguiamo su quest’ultima seguendo la segnaletica per “Sacro Monte-Campo dei Fiori”.

Arrivati all’entrata del Viale delle Cappelle del Sacro Monte continuiamo a sx in Via Campo dei Fiori, poco prima dell’ultimo tornante troviamo un monumento a colonna con la Madonnina dello scultore Tardonato con due gradinate laterali : entriamo a dx in Via al Belvedere e lasciamo l’auto nel parcheggio prospiciente l’Osteria Irma.





Scesi dall’auto continuiamo a sx in Via al Belvedere, dopo circa 600 mt perveniamo in una radura fiancheggiando un muraglione : troviamo il pannello illustrativo n. 07 del Parco Regionale Campo dei Fiori e la targa “Grande Albergo-Ex Stazione Funicolare”, scendiamo i gradini alla nostra dx seguendo l’indicazione “Stazione Funicolare” (sentiero 307 PRCdF).



Al termine della scalinata ci appare la Stazione di arrivo dell’ex Funicolare in stato di abbandono.


La progettazione preliminare del tracciato della funicolare per raggiungere il Campo dei Fiori iniziò nei primi anni del ‘900 mentre nel frattempo la Società Anonima dei Grandi Alberghi Varesini decideva di realizzare sul Monte Tre Croci il “Grand Hotel Campo dei Fiori” ed un ristorante nelle immediate vicinanze. Il progetto dell’Ing. Brezzi (progettista della tramvia Prima Cappella-Vellone e della funicolare del Sacro Monte) fu presentato al Ministero competente nell’agosto 1908; si dovette però attendere l’attivazione della Funicolare del Sacro Monte e presentare un secondo progetto nel 1909 che fu poi approvato l’anno successivo. Nel 1910 furono effettuate prove e collaudi tecnici per verificare la sicurezza dell’impianto. Finalmente nell’aprile del 1911 la Funicolare “Vellone-Campo dei Fiori” avviò il proprio servizio e fu considerata la “Funicolare più importante d’Italia”. L’impianto, rimasto in funzione per circa 40 anni, durante la 2a Guerra mondiale venne utilizzato per il trasporto dei feriti dalla vetta in città. Nel dopo guerra iniziò il lento declino fino al settembre del 1953 quando l’impianto fu soppresso in favore del servizio di autobus. Attualmente è ancora visibile tutto il tracciato originario ancora dotato dei gradini di servizio.

Fiancheggiamo il fabbricato e perveniamo ad uno spiazzo con un fantastico panorama con in primo piano il sottostante Sacro Monte e poi Varese e sullo sfondo la Pianura Padana.


Proseguiamo sull’ampio sterrato per 350 mt fino al cancello d’ingresso di una proprietà privata, da qui inizia il percorso della “Palestra di Roccia” il sentiero si fa più stretto e sassoso fino a raggiungere un’impervia scalinata protetta da un parapetto in ferro.



Questa scalinata è denominata “Scala nel cielo” e da essa si gode di una vista spettacolare sul Sacro Monte, Varese, la Valcuvia e ben visibili Brinzio e Rasa (fraz. Di Varese).



La “Palestra di Roccia” è il frutto della passione di molte generazioni di alpinisti varesini : a partire dagli anni ’50 alcuni soci della sezione CAI di Varese tracciarono gli itinerari effettuando opere di chiodatura e segnaletica in modo meticoloso. Negli anni nuovi itinerari sono stati successivamente tracciati : in totale sono circa 170. Di fatto la Palestra si può considerare la culla di tutti gli alpinisti varesini. Nel 2021-22 è stata effettuata la completa richiodatura dell’area e la sistemazione della base delle pareti e dei sentieri di collegamento, nell’ambito dell’Accordo di Programma per la valorizzazione sottoscritto tra vari Enti Regionali e Varesini e con il contributo di Fondazione Cariplo.

Al termine della scalinata il sentiero 307 prosegue sulla Falesia della “Palestra di Roccia” ma è decisamente impegnativo ed indicato per escursionisti esperti, quindi decidiamo di tornare indietro lungo il percorso fatto all’andata fino all’ex Stazione Funicolare.


Superata la stessa e fatti pochi passi, sulla sx diparte una scalinata in discesa (sentiero 301 PRCdF) che ci conduce sotto il percorso dell’ex Funicolare, la vecchia linea è affiancata dai gradini di servizio senza protezione alcuna che possono essere percorsi fino a raggiungere la sottostante Via Campo dei Fiori. Da qui si può godere di una bella vista su Varese e su un tratto del Lago di Varese con i paesi circostanti.




Passando sotto l’arcata si può proseguire per raggiungere il Valico Pizzelle oppure per congiungersi con il sentiero 308 del PRCdF che conduce al P.le Pogliaghi di Santa Maria del Monte.

Noi invece risaliamo la scalinata e seguiamo le indicazioni per raggiungere il “Grande Albergo” alla nostra sx.


Il “Grand Hotel Campo dei Fiori” si trova sul Monte Tre Croci e sovrasta la città di Varese, esso fu progettato e costruito dall’architetto liberty Giuseppe Sommaruga su incarico della Società Anonima dei Grandi Alberghi Varesini. I lavori iniziarono nel 1910 e si conclusero nel 1912 con l’inaugurazione da parte dell’imprenditore milanese Comm. Giulio Moneta. La struttura è composta da quattro livelli oltre ad un livello sotterraneo che poggia sopra la Grotta Marelli. L’Hotel visse il suo periodo di massimo splendore fino agli inizi della 2a Guerra mondiale, durante la guerra divenne un ospedale da campo. Dal 1948 l’Albergo iniziò la lenta caduta verso l’abbandono causato da tanti fattori tra cui l’incendio del tetto, il cessato collegamento con la funicolare ed il calante afflusso di turisti. L’Hotel venne chiuso definitivamente nel 1968 e da allora i molti proprietari che si succedettero non riuscirono a riportare questo gioiello liberty all’antico splendore. Dal 1980 al 2000 la struttura fu completamente abbandonata e subì notevoli danni oltre al saccheggio degli arredi storici e delle strutture in ferro con decorazioni liberty. A partire dagli anni 2000 molte associazioni culturali del territorio si adoperarono affinchè l’immobile fosse preso in considerazione ed ottennero dal Ministero dei Beni Culturali il vincolo conservativo. Nel 2016 gli interni ospitarono il set del film “Suspiria” diretto da Guadagnino e questo contribuì alla riscoperta dell’immobile. Dagli anni successivi il FAI organizza visite guidate per dare la possibilità di entrare nella struttura e scoprire quello che rimane di un luogo affascinante anche se degradato e abbandonato.


Torniamo ora alla scalinata che ci riporta al pannello illustrativo n. 07 del PRCdF e da qui continuiamo sul sentiero 301 seguendo le indicazioni per il “Monte Tre Croci” : saliamo la suggestiva scalinata della “Via Sacra”.


Questo percorso, che porta verso l’altare delle “Tre Croci” al Campo dei Fiori, fu fortemente voluto da monsignor Tarcisio Pigionatti e venne inaugurato il 23 maggio 1974 in occasione della Festa dell’Ascensione. La “Via Sacra”, con i cippi commemorativi delle varie Armi dell’Esercito Italiano, è dedicata al ricordo dei Caduti senza Croce. Lungo il tragitto si aprono suggestivi scorci panoramici.



Dopo circa 200 mt perveniamo al complesso delle “Tre Croci”.


Nel 1636 vennero piantate tre croci di legno che rimasero in sede fino al 1900. Agli inizi del ‘900, su iniziativa del varesino Carlo Ciotti, in concomitanza al Giubileo le croci in legno vennero sostituite da croci in marmo bianco proveniente dalla cava Ciotti : la croce centrale, lavorata da Ludovico Pogliaghi, poggiava su un basamento di marmo rosso era alta 12 mt e pesava 300 ql. L’opera venne inaugurata il 23 settembre 1900 alla presenza del cardinale Andrea Ferrari ed il Monte Tre Croci deve il proprio nome proprio alla presenza di queste croci che ricordano il tragitto percorso da Gesù lungo il Calvario. Nel 1931 gli Alpini di Varese provvedevano al restauro delle tre croci ed a recintare il complesso e nel 1974, contestualmente alla realizzazione della “Via Sacra”, le tre croci vennero rifatte in cemento armato così come le vediamo oggi.


Il panorama è spettacolare : il lago di Varese in primo piano, sullo sfondo il lago di Comabbio, il Lago di Monate e poi un tratto del Lago Maggiore.




Proseguiamo sul sentiero indicato dall’ultima targa commemorativa “Via dei Genieri-Al Forte Artiglieri” e ci inoltriamo nel bosco, seguiamo quindi le indicazioni per il “P.le Belvedere” e raggiungiamo un altro punto panoramico della Falesia della “Palestra di Roccia” : una spettacolare vista sulla Valcuvia, la Valtravaglia, la Val Veddasca ed un tratto del Lago Maggiore con Luino al centro.




Continuiamo lungo la Falesia incontrando altri scorci suggestivi ed altri punti da cui si possono raggiungere le pareti di arrampicata.

Il sentiero è malmesso ma fattibile con un minimo di attenzione, al suo termine si giunge al “Piazzale Eliporto” : punto panoramico n. 7 del percorso “Campo dei Fiori 360”.


Questo piazzale è conosciuto anche come “Piazzale della Batteria o del Cannone” perché nel 1978 vi fu collocato l’obice “Skoda 75/13” dall’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia a ricordo della vittoria nella 1a Guerra mondiale, lo stesso fu poi rimosso nel 2017 dalla medesima Associazione (proprietaria dell’arma pesante) per essere restaurato. Il piazzale, di origine militare, appartiene alla “Linea Cadorna”.

Da questo piazzale si gode una meravigliosa vista su Valcuvia, Valtravaglia, Val Veddasca, Valganna ed un tratto del Lago Maggiore con Luino al centro.


Dopo aver ammirato il panorama continuiamo per circa 450 mt fino a raggiungere uno slargo dove è posizionato un pannello illustrativo del percorso “Campo dei Fiori 360” e dove troviamo una biforcazione : a sx si scende su Via Campo dei Fiori mentre a dx si sale verso il “Piazzale Belvedere”.


La strada è percorribile solo a piedi ad eccezione dei mezzi autorizzati, dopo 300 mt si arriva al “Piazzale Belvedere” dove ci fermeremo al ritorno; ci dirigiamo quindi all’entrata della “Cittadella di Scienze della Natura”.

La “Cittadella di Scienze della Natura”, situata a 1226 mt, fu fondata nel 1956 da Salvatore Furia ed è destinata alla divulgazione scientifica e alle visite naturalistiche per condividere un’esperienza di ricerca : “un ponte di comprensione tra la scienza ed il popolo”. Essa esiste ed è animata dall’attività di lavoro, ricerca ed accoglienza dei volontari della “Società Astronomica G. V. Schiaparelli”. Nel complesso sono ospitate diverse strutture.

L’Osservatorio Astronomico G. V. Schiaparelli, costruito nel 1963, è situato sulla Punta Paradiso ed ha un orizzonte libero di 360°: è riconosciuto come il maggiore osservatorio popolare in Italia. E’ dotato di tre cupole ed una foresteria, lungo il tragitto per raggiungerlo è posizionato il “Percorso del Sistema Solare” costituito da pannelli didattici fruibili anche ai non vedenti. Il terrazzo panoramico è dotato di apparecchiature professionali per lo studio della meteorologia, della ricerca meteoclimatica e della sismica.

Trova posto anche una “Stazione Fulmini” dell’Istituto Superiore di Fulminologia per il monitoraggio continuo di eventi fulminologici e di scambi energetici con tecnologia antimpatto De Bernardi.

Nell’ambito della Cittadella sorge il Giardino Botanico “Ruggero Tomaselli” ove sono raccolte e catalogate 400 varietà florovivaistiche tipiche delle Prealpi calcaree della Lombardia.

E’ presente anche una serra fredda per la riproduzione di piante del Campo dei Fiori in via di estinzione e il Centro Studi Botanici “Lombardia”.

Il Parco Comunale “Leopoldo e Maria Zambeletti” si estende per 60 ettari con un bosco di abete rosso impiantato all’inizio del secolo e un bosco misto in cui predomina il faggio.

La salita all’Osservatorio Astronomico “G. V. Schiaparelli” è lunga quasi un km, una volta arrivati ci accoglie una balconata con un pannello illustrativo del punto panoramico n. 5 del percorso “Campo dei Fiori 360”.



Da questo punto si possono ammirare la Valtravaglia, la Valcuvia, un tratto del Lago Maggiore con Luino e gran parte dell’Arco Alpino.

Al termine della balconata si può proseguire per raggiungere la zona delle cupole dell’Osservatorio dove si trova un altro punto panoramico.



La vista spazia su Lago Maggiore, Valtravaglia, Valcuvia, Val Veddasca e gran parte dell’Arco Alpino.


Facciamo ora il percorso a ritroso per uscire dalla “Cittadella di Scienze della Natura” e ci soffermiamo al “Piazzale Belvedere” : punto panoramico n. 6 del percorso “Campo dei Fiori 360”.




Il piazzale è dotato di panchine ed offre un’ampia visuale sul Varesotto e sulla Pianura Padana, in primo piano spicca il Lago di Varese oltre al Lago di Comabbio a sx ed al Lago di Monate a dx con sullo sfondo la parte sud del Lago Maggiore; la vista giunge fino all’Aeroporto di Malpensa ed al Seminario di Venegono Inferiore.



Sulla dx del Piazzale continua il sentiero 301 del PRCdF che conduce fino al “Forte di Orino” : punto panoramico n. 4 del percorso “Campo dei Fiori 360” di cui vi parleremo in un prossimo post.

Dopo la sosta torniamo alla biforcazione dove c’è il pannello illustrativo del percorso “Campo dei Fiori 360”, saliamo i gradini ed entriamo nel bosco sul sentiero 307 del PRCdF seguendo le indicazioni per “Punto Panoramico”.


Percorsi 380 mt giungiamo alla meta : il punto panoramico n. 1 “Rotary Varese Ceresio” del percorso “Campo dei Fiori 360”.


La vista spazia sul Lago Maggiore con Luino al centro, sulla Valtravaglia e sulla Valcuvia con a sx Castello Cabiaglio ed il Monte S. Martino quindi a dx sul Monte Sette Termini, Monte La Nave, Monte Scerrè e l’abitato di Brinzio.



Ammirato il panorama facciamo il percorso a ritroso per tornare alla biforcazione e da lì raggiungere il parcheggio accanto all’Osteria Irma.

Lunghezza percorso : circa 8 km

Tempo di percorrenza : 2 ore e 30 minuti circa escluse soste

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le immagini dei luoghi visitati.

Aggiornato ad ottobre 2022

Galleria fotografica percorso

Video Piazzale Belvedere

Video Punto Rotary Varese Ceresio



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