Marchirolo paese dipinto

 


Questa escursione vuole far conoscere soprattutto il nucleo storico di Marchirolo che con la Rassegna murale del 1983 “L’emigrazione attraverso i secoli : dai Mastri Marchirolesi ai frontalieri di oggi” è entrato di diritto nell’Associazione Italiana Paesi dipinti. L’iniziativa voluta e promossa dall’Amministrazione Comunale ha inteso rendere un doveroso omaggio ai Mastri Marchirolesi per ricordarne e valorizzarne l’opera, la creatività e l’ingegno : la rassegna ha trasformato il paese in una galleria d’arte all’aperto patrimonio di tutti. Durante il peregrinare nelle vie del paese si trovano cartelli gialli con scritte in nero che riportano la denominazione dialettale del rione tramandata da centinaia di anni. Molto interessanti le numerose ville in stile Liberty, le chiese (tre nel centro storico) ed i cortili ben ristrutturati.


Raggiungiamo Marchirolo percorrendo la SS 233 ed entriamo in Via E. Pellini, dopo 350 mt giriamo a sx in V.le delle Rimembranze dove c’è un comodo parcheggio gratuito (tranne il martedì dalle 6 alle 16 giorno di mercato).

Di fronte al parcheggio dove sono situati alcuni box notiamo una splendida scultura in bronzo (1) modellata a mano e raffigurante un bambino rannicchiato, con tre aquiloni che si muovono in cielo davanti a lui. L’opera porta la firma dello scultore varesino Angelo Maineri. L’installazione rende omaggio ai caduti marchirolesi, alla storia ed alle radici del paese. La scelta del luogo ha un forte significato : a lato del viale erano presenti, dagli anni ’30 del secolo scorso, i cippi della memoria posizionati in ricordo degli uomini del paese partiti per il fronte e mai più tornati.


Saliamo dal parcheggio ed imbocchiamo Via Pellini verso sx fino a raggiungere un fabbricato sulla cui facciata è raffigurata una Madonna con Bambino, da qui entriamo a dx in Via Dante dove troviamo una bella cappella affrescata con la Crocifissione.


Proseguiamo quindi in Via Dante per un centinaio di mt ed alla nostra sx troviamo l’edificio della Scuola Primaria con il “Parco dei Camilliani”, un tempo il complesso ospitava il “Grande Albergo di Marchirolo”.

All’interno del Parco sono posizionate alcune originali sculture in legno di Roberto Muscas, una scultura in bronzo “I trapezisti” del 1989 opera di Eros Pellini donata dai suoi eredi al Comune di Marchirolo ed un’altra scultura in bronzo “Maternità” del 1972 opera di Adriano Bozzolo donata dall’autore al Comune.


Di fronte sorge il Municipio di recente costruzione e dallo stile decisamente moderno.


Continuiamo per altri 120 mt e poi svoltiamo a sx in Via Mastri Marchirolesi, fatti pochi passi troviamo il Palazzetto dello Sport : nella parte inferiore della scala c’è un simpatico murale della Polisportiva Marchirolo.


Giunti in curva sul lato sx di un fabbricato in stile Liberty (nel Cantùn Piörr) ci inoltriamo in un tratto chiuso della Via Mazzini dove è situato un originale fabbricato con alcuni dipinti  al piano terra e di fronte, al civico 53, un’imponente entrata carrabile di una villa.


Ritorniamo allo Stop e proseguiamo a dx in Via Mazzini, poco oltre l’incrocio con Via Cavalier Busti ci appare a sx il murale di Antonio Lanza realizzato nel 1985 dedicato al suo bisnonno Giacomo Secchi che unitamente a tanti marchirolesi ha contribuito alla creazione della “Ferrovia del Tonchino” progettata e diretta da Natale Bozzolo.


Poco oltre al civico 31 un altro murale: “Frontiera” di Angelo Ippolito realizzato nel 1984.

Ancora pochi passi ed al civico 25 un altro bel murale adorna la facciata di un edificio; al civico 23 un’arcata con sovrastante Madonna con Bambino ci introduce in un cortile dove, a fianco di un edificio ben ristrutturato, ne sorge un altro (probabilmente un tempo signorile) sulle cui facciate si scorgono antichi affreschi.




Usciamo dal cortile e, giunti al termine di Via Mazzini, proseguiamo verso dx in Via Valleggio (Cantùn Valécc) : ci ritroviamo a fiancheggiare l’edificio affrescato che abbiamo visto precedentemente nel cortile, ci incuriosiscono le persiane decorate con i semi delle carte da gioco.


Al termine dell’edificio saliamo a dx in Via Pradello dove si possono ammirare diverse ville in stile Liberty.



Torniamo indietro e seguitiamo verso dx in Via Valleggio fino al termine del parcheggio : alla nostra dx troviamo il lavatoio “Funtana d’la Pichèta” (2).


Proseguendo arriviamo in P.za IV Novembre dove è situato il Monumento ai Caduti (3) : su un basamento in granito è posizionata una scultura in bronzo raffigurante una figura femminile con le braccia protese in avanti stringendo tra le mani una corona d’alloro (allegoria della Vittoria). L’opera è stata realizzata nel 1919 dal marchirolese Eugenio Pellini. L’area del monumento è delimitata da una serie di pilastrini raccordati tra loro mediante elementi in ferro battuto.


Nella Piazza si trova anche il fabbricato che ospitava la sede della “Comunità Montana della Valganna e della Valmarchirolo” (4).


Andiamo a dx in Via Manzoni dove sulla dx sorge la Chiesa del Sacro Cuore adiacente alla Casa Parrocchiale.


La Chiesa originaria è stata eretta negli anni 1926-1928 ed ampliata nel 1964. Recentemente ristrutturata si compone di aula unica con alcuni edifici addossati e campanile con copertura piramidale. La facciata è spartana con profilo a capanna e portale architravato, unica decorazione l’affresco dell’Addolorata; molto belle le vetrate realizzate da Diego Pennacchi Ardemagni della ditta “Ambrosiana Vetrate” di Milano.

Al termine di Via Manzoni, sulla dx, ci accoglie una strada selciata a gradoni che ci conduce ad un’imponente scalinata a doppia rampa preceduta da una scala d’invito mediana che porta al sagrato della Chiesa di San Martino.


La costruzione dell’attuale Chiesa fu iniziata al XVI secolo e completata nel 1732 ed è stata edificata su una chiesa preesistente risalente al 1464; i lavori per la realizzazione della scalinata progettata dall’architetto Giacomo Borri iniziarono nel 1760 e rimasero incompiuti fino al 1925. La Chiesa, che domina il paese, è di stile barocco e conserva al suo interno affreschi del ‘700 oltre ad un antico organo contenuto in una cassa lignea policroma.


Dal sagrato si gode uno splendido panorama su tutta la valle, sullo sfondo si scorge il Lago di Lugano e la vista spazia fino al Generoso, al Legnone ed ai monti della Valtellina.


Dopo aver ammirato l’incantevole vista discendiamo la scalinata ed imbocchiamo la Via Stretta d’Orta incuneata tra le due edicole ai piedi della strada selciata.


Alla fine della via andiamo verso dx per tornare in P.za IV Novembre, poco oltre lo spiazzo dove sorge il Monumento ai Caduti (3), alla nostra sx notiamo la piccola Chiesa di San Francesco (5) ora sconsacrata. In origine cappella di famiglia fu eretta nel 1636 ed in seguito donata alla Parrocchia nel 1931.


Attualmente l’immobile è in uso all’isografo (scrittore di immagini) Aurel Jonescu di origine rumena che lo utilizza come laboratorio per la pittura di meravigliose icone sacre, oltre ad averne decorato gli interni.


Jonescu è riconosciuto a livello internazionale come continuatore della tradizione dell’arte delle icone bizantine, è stato dichiarato nel 1973 “persona degna di scrivere le sacre immagini” ricevendo il Santo Miron (unzione delle mani compiuta con il crisma) facendo voto solenne di dipingere solo immagini sacre per il resto della sua vita, al servizio della Chiesa della fede e dei fedeli.

Se trovate il portone socchiuso vale la pena di entrare per visitare l’interno e per scambiare qualche parola con l’artista :  vi accoglierà con gentilezza, disponibile a raccontarvi del suo lavoro e del suo sapere, per noi è stato un incontro molto interessante. Nel centro storico di Marchirolo troverete alcune sue opere non sacre per cui lui dice simpaticamente di fare tanta penitenza : un personaggio che merita di essere conosciuto!

A 50 mt dalla Chiesetta troviamo la sede del Gruppo Alpini di Marchirolo (6) : al suo interno c’è il Monumento agli Alpini risalente al 1987 e sulla facciata un pittoresco murale dipinto da Aurel Jonescu con la scritta “Tasi e tira”.


Al termine di Via Roma perveniamo ad uno slargo dove, scendendo lungo la Via Carducci, si trova la “Gipsoteca” (7).

Tornati allo slargo entriamo nell’area pedonale di Via del Quartiere : qui sono situate alcune attività commerciali ed inizia il percorso dei Murales realizzati nel 1983.

Al civico 19 possiamo ammirare “L’omaggio” di Aurel Jonescu e “L’attesa” di Giovanni Repossi e poco oltre al civico 9 “L’attesa” di Umberto Galliani.




Uscendo da Via del Quartiere andiamo a dx in Via Roma e poi ancora a dx in P.za Borasio dove ci attendono altri murales.

Ad angolo nella piazzetta “Lavoro,amore e fantasia” di Glauco Baruzzi e “Quelli che restano” di Camillo Fait”; dietro al Monumento ai Caduti dell’Arma dei Carabinieri il murale “Gabbianelle della Pace” e poi scendendo un altro murale sul fabbricato adiacente.




Sempre in P.za Borasio interessante la facciata del Circolo sardo “G.M. Angioy” (8) con alcuni affreschi un po’ scoloriti tra cui “L’emigrante”.



Torniamo sui nostri passi ed entriamo nella piazzetta dell’area pedonale a sx di Via Roma per raggiungere il Vicolo Canicci (Ca’ Nicc’).

Al civico 5 fa bella mostra di sé una “Mappa geografica” affrescata inizialmente da Vittorio Boninsegna nel 1946, successivamente da Luigi Secchi detto il “Barburic” nel 1958 e poi restaurata e reinterpretata da Aurel Jonescu nel 1983 e successivamente da Carla e Bruna Scolari nel 2007; di fianco “Dedicato a Marchirolo” di Giampietro Maggi.


Al civico 15 all’incrocio con Via Vaglio “I ricordi dell’emigrante” di Bruno Gandola.


Al termine di Via Vaglio, dove è dipinta una Madonna con Bambino, torniamo indietro per giungere di nuovo in P.za Borasio.

Andiamo a dx in Via Cavour e fatti pochi passi troviamo un incrocio : a dx in Vicolo Chiuso (Malcantùun) scopriamo il murale “Les hirondelles” di Marcello Lazzarin ed a sx in Via Mazzini al civico 1 (di fronte al Circolo Cooperativo Sociale) il murale “La ferrovia del Tonchino” di Gero Urso.



Poco oltre, al civico 10, possiamo osservare “Prima della partenza” di Michele Damiani.


Continuiamo su Via Cavour ed all’angolo con Via Valleggio, incorniciato in una finestra, c’è “L’emigrante” di Ernesto Treccani.


Poco distante, al civico 16 di Via Cavour, “Il Calvario di sempre” di Pietro Delfitto.


Ancora pochi passi e sul finire di Via Cavour gli ultimi due murales : “La cartolina dall’America” di Carlo Berta e Felice Filippini e sulla stessa parete “La barriera” di Sergio Emery.


Al termine del fabbricato giriamo verso dx ed imbocchiamo la Via Dante che ci riporta in Via E. Pellini (Cantùun da Pelìin) e da qui al parcheggio di V.le delle Rimembranze.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le foto dei luoghi visitati.

Aggiornato a luglio 2023

Galleria fotografica percorso


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