Masnago : Parco Mantegazza - Castello di Masnago - Parco Villa Baragiola

 


In questo post vi parliamo della nostra visita ai due parchi situati a Masnago (fraz. di Varese) : “Parco Mantegazza” e “Parco di Villa Baragiola”.

Provenendo da Casciago sulla SS394 raggiungiamo Via Caracciolo a Masnago, oltrepassiamo i semafori e continuiamo diritti per 460 mt; svoltiamo quindi a sx sulla salita di Via Monguelfo seguendo la segnaletica per “Castello di Masnago” : percorsi 100 mt perveniamo all’ombreggiato e gratuito parcheggio.


Lasciata l’auto entriamo nel “Parco Mantegazza” dall’adiacente cancello dell’ingresso secondario; l’ingresso principale, situato in Via Caracciolo, conserva ancora due leoni in pietra (simbolo della famiglia Castiglioni) posti sui pilastri laterali del cancello carraio.

La porzione di Parco prospiciente Via Caracciolo è pianeggiante ed ospita l’area giochi attrezzata oltre ad un chiosco con tavolini esterni.


Da qui diparte il selciato in salita che conduce alla parte alta dove è situato il “Castello di Masnago”. Il tragitto è ben ombreggiato e dotato di panchine dove sostare.

Il Parco si sviluppa seguendo lo stile inglese formato da prati su diversi livelli punteggiati da alberi sia giovani che secolari. Sono presenti ben 103 differenti varietà di alberi e arbusti che impreziosiscono quest’area verde rendendola simile ad un piccolo giardino botanico. Gli esemplari più vetusti sono monumentali tassi, un faggio rosso nei pressi della cappelletta, un pregevole leccio e un raro corbezzolo monumentale. Molto particolare l’Albero dei fazzoletti i cui frutti sono contornati da singolari foglie bianche pendenti. La straordinaria ricchezza di specie vegetali è soprattutto frutto del lavoro di esemplare ringiovanimento ed arricchimento arboreo svolto dal Capo giardiniere Alberto Broglia.



Nelle immediate vicinanze dell’edificio del “Castello di Masnago” sono posizionate alcune opere artistiche : “Esseri lievi” di Livia Paola Di Chiara allestita nel settembre 2021 nel contesto di “Nature Urbane” ed alcune sculture in ferro di Igino Legnaghi.

Sulla sommità del Parco sorge il complesso del “Castello di Masnago” destinato a Museo Civico d’arte moderna e contemporanea : l’ingresso principale avviene da Via Cola di Rienzo.



Il portone d’accesso introduce all’androne con soffitto a volta finemente decorato ed una meridiana affrescata sulla parete. Sul lato dx sono posizionate due sculture in legno : “Incontro al Piantone con Lucia” di Niccolò Mandelli Contegni realizzato nel 2023 con il legno del centenario esemplare di Cedro del Marocco di Via Veratti (meglio noto come “Il Piantone”) abbattuto nel 2019 e “Totem” di Vittorio Tavernari datato 1970.



L’androne si apre sulla sx verso il cortile del complesso con un colonnato contornato da un rigoglioso glicine.


Si giunge poi all’entrata del Museo dove è situata la biglietteria.

Si perviene quindi nella “Sala Convegni” con stupendo soffitto a cassettoni dove sono collocate opere di Marcello Morandini, Silvio Monti e Giancarlo Ossola.


Usciti dalla Sala saliamo le scale per visitare la Mostra “img2img Pittura, Copia e Intelligenza Artificiale” dell’artista Andrea Ravo Mattoni che si è svolta dal 6 aprile al 28 luglio 2024.


La Mostra inizia nella “Sala dei riflessi” dove è situato uno specchio che riflette il dipinto della parete di fronte. 



Si prosegue nella “Sala dei paesaggi” dal soffitto affrescato : qui sono presenti tre opere di Ravo, due su tela realizzate a spray ed una miniatura su pietra paesina dipinta ad acrilico. 


Successivamente troviamo la “Sala delle copie” in cui sono esposte, come dice il termine, opere realizzate da Ravo “copiando” artisti noti come il Caravaggio a lui molto caro, il fumettista giapponese Katsuhiro Otomo, il videoartista americano Bill Viola e dipinti tratti da foto di modelle scattate dallo stesso Ravo.




Conclude la rassegna la “Sala degli autoritratti” dove Ravo riproduce sé stesso.


Terminata la visita alla Mostra di Andrea Ravo Mattoni continuiamo sullo stesso piano dove si trova la sezione di opere legate al XIX e XX secolo facenti parte della Collezione del Comune di Varese, sono rappresentate principalmente da artisti italiani soprattutto lombardi.




Si susseguono poi le suggestive Sale affrescate con cicli pittorici tardo medioevali dove è stata compiuta la scelta di collocare opere d'arte contemporanea, capaci di suggerire un dialogo inedito tra le differenti espressioni artistiche.

Nell’ampia “Sala dei Vizi e delle Virtù” l’apparato decorativo presenta una singolare iconografia di ispirazione morale. Il confronto fra i vizi e le virtù è reso in sette scene ognuna con tre figure femminili riccamente vestite: si tratta di una virtù, che appare al centro incoronata, con ai lati due vizi che mostrano comportamenti scorretti in eccesso o in difetto rispetto all’ottimale moderazione che dovrebbe caratterizzare la vita dell’uomo saggio. In questa sala sono esposte sculture di Paolo Borghi, Adriano Bozzolo e Floriano Bodini.



Adiacente a questa sala si trova la “Sala della Musica”, originariamente uno studiolo, decorato all’inizio del XVI secolo con spiccato gusto rinascimentale, che prende il suo nome da alcuni dettagli dipinti, come uno spartito e alcuni strumenti musicali.


Giungiamo poi nella “Sala della Crocifissione” che viene ritenuta probabilmente una cappella : qui sono esposte sculture moderne realizzate da Vittorio Tavernari e Nino Cassani in contrapposizione con il contesto storico degli affreschi.



Conclude il ciclo al piano superiore la “Sala delle Colonne” realizzata intorno alla metà del ‘500 : anche qui troviamo sculture contemporanee, una di Nanni Valentini ed un’altra di Giancarlo Sangregorio.


E’ tempo di scendere al piano terra per visitare la Mostra “Baj, Guttuso, Tavernari - Virtuose relazioni Varesine”, il percorso espositivo è stato curato da Serena Contini. La Mostra, iniziata il 2 dicembre 2023, si concluderà il 20 ottobre 2024. Si tratta di una rassegna di opere e documenti che testimoniano il legame degli artisti fra di loro e con il nostro territorio. Le opere esposte sono sia dipinti che sculture tutte molto interessanti. L’opera più imponente è “Spes contra Spem” di Renato Guttuso di cui si può vedere anche la cronologia fotografica tratta dall’Archivio Nino Marcobi. Di Enrico Baj e Vittorio Tavernari sono esposti sia dipinti che sculture.







La nostra visita al Museo termina nella vasta “Sala degli Svaghi”, salone di rappresentanza decorato con affreschi raffiguranti i più comuni passatempi che intrattenevano i nobili nella residenza di campagna. Lo stile di questa Sala è ricondotto al Gotico Internazionale diffusosi a partire dalla fine del XIV secolo nelle corti di tutta Europa.




Di proprietà del Comune di Varese, il Castello di Masnago è sede dal 1995 della Collezione permanente di arte moderna e contemporanea dei Musei Civici di Varese. L’edificio ha una vicenda storica lunga e complessa che ne ha marcato l’impianto architettonico. Al Medioevo appartiene la Torre, elemento primitivo del Castello; quattrocentesco è invece il corpo di fabbrica che ad essa si appoggia, famoso per i suoi splendidi affreschi : uno dei pochi esempi di soggetto profano a livello italiano giunti fino a noi. Sei e settecentesca è infine l’ala che conferisce all’impianto, un tempo difensivo, l’aspetto di una vera e propria dimora di campagna. Le collezioni sono allestite nella parte più antica dell’edificio. L'ala settecentesca del palazzo è invece destinata alle mostre temporanee, agli spazi didattici e all'accogliente Sala Convegni, che affaccia direttamente sul parco.

La collezione comprende opere di pittura, scultura e grafica che spaziano dal 1500 ad oggi e che riguardano artisti prevalentemente di area lombarda e italiana.

Il museo è aperto da martedì a domenica : mattino 9.30-12.30, pomeriggio 14.00-18.00.


Usciti dal Museo oltrepassiamo l’accesso principale sito in Via Cola di Rienzo e continuiamo sulla stessa via per 250 mt; nell’angolo sorge la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo costruita nel 1962 in sostituzione del vecchio edificio di culto gravemente danneggiato dai bombardamenti del luglio 1944, l’antico campanile risale invece al XVII secolo.


Giunti all’incrocio con Via Bolchini andiamo verso dx dove, in un piccolo spazio verde ombreggiato, è ubicato il Monumento ai Caduti.


Ancora pochi passi ed eccoci arrivati all’Oratorio della B.V. Immacolata costruito tra il 1726 ed il 1731 sul luogo dove sorgeva l’antica parrocchiale medioevale dei SS. Pietro, Ippolito e Cassiano.


Torniamo indietro su Via Bolchini fino a raggiungere la SS394 (Via Caracciolo) che fiancheggiamo verso dx sul marciapiede. Dopo 150 mt troviamo l’entrata del “Parco di Villa Baragiola”.



La storia della zona in cui sorgono la struttura ed il Parco di Villa Baragiola, per tutto il Medioevo ed il Rinascimento, è legata alle vicende della famiglia Castiglioni che possedeva il “Castello di Masnago” e tutte le terre della Castellanza di Masnago. Nel Settecento i Castiglioni trasformano la zona in luogo di villeggiatura estiva, nell’Ottocento Pietro Baragiola riunisce in un’unica proprietà le varie parti che attualmente costituiscono la Villa ed il Parco Baragiola. La Villa padronale (1) e l’attuale Parco si devono ad Andrea Baragiola De’ Bustelli. Alla morte di Andrea Baragiola e successivamente della moglie Emma Ronzini il complesso fu venduto al banchiere Giacomo Tedeschi. In questo periodo la Villa fu ristrutturata completamente dall’Ing. Alfredo Speroni. La costruzione dell’edificio longitudinale (detto “Lo steccone”) risale al 1951 destinato fino al 1991 a Seminario Arcivescovile (2). Nel 2001 la Villa ed il Parco vengono acquistati dal Comune di Varese, attualmente l’edificio longitudinale (2) è sede degli uffici del personale e dell’urbanistica oltre che del “Museo Tattile” realizzato dall’Associazione Controluce Onlus. La Villa padronale (1) attualmente è in corso di restauro.


Nel Parco si trova una bella rappresentazione della “Grotta di Lourdes” ed alcuni manufatti in stato di abbandono, c’è persino una piccola costruzione adibita a toilette decisamente fatiscente.


All’interno del Parco svetta sul colle la caratteristica Dacia (3) in stile ungherese risalente al 1932, oggi sede del Centro Geofisico Prealpino e della Segreteria Osservatorio Campo dei Fiori. Adiacenti alla Dacia troviamo due installazioni “Esseri lievi” di Livia Paola Di Chiara allestite nel settembre 2020 nel contesto di “Nature Urbane” (ne abbiamo vista una dell’anno successivo nel Parco Mantegazza).



L’articolazione del parco con le piantumazioni ed i vialetti rimane pressoché inalterata dalla situazione del 1934 a quella odierna. Il parco, sul declivio che dalla Villa padronale conduce alla Dacia lignea recentemente restaurata, è chiaramente d’impronta paesistica; caratterizzato dall’inserimento di specie esotiche fra le quali spicca una monumentale sequoia gigante, varietà insolite di faggi e secolari douglasie. Sul versante nord che guarda il Sacro Monte vi è un lembo di autoctono quercio-carpineto in cui dominano la rovere, la farnia ed il carpino bianco. In prossimità del Vellone aumenta la presenza di frassino maggiore, acero di monte, ciliegio selvatico.

La parte finale del Parco interamente prativa, dove c’è l’ingresso da Via Borghi, è in corso di sistemazione.


Non ci resta che tornare sui nostri passi e compiere a ritroso il percorso fatto all’andata per raggiungere il parcheggio di Via Monguelfo.


Nel caso non trovaste parcheggio in Via Monguelfo potete proseguire fino al termine della via per poi girare a sx alla rotonda in Via Crispi e poi a dx in Via Bolchini : sulla sx c’è l’ampio parcheggio di P.le De Gasperi di fronte allo Stadio.

Lo stesso tragitto (mt 1000) si può percorrere a piedi uscendo dal “Parco di Villa Baragiola” in Via Borghi per tornare all’auto in Via Monguelfo.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete un ampio reportage dei luoghi visitati.

Aggiornato a luglio 2024

Galleria fotografica





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