Parco Valle del Lanza : da Malnate al Mulino del Trotto passando per le Cave di Molera

 


L’itinerario si sviluppa sulla Ciclopedonale, sul sentiero 801 del Parco “Valle del Lanza” e sul sentiero “Bruno Cardinale” che consente di raggiungere il “Monumento Naturale delle Cave di Molera di Malnate e Cagno”.


Percorrendo la SS342 raggiungiamo Malnate e lasciamo l’auto al parcheggio gratuito di Via San Francesco dove al sabato si svolge il mercato dalle 6:00 alle 15:00.

Ci incamminiamo verso sx in Via San Francesco fino a pervenire alla Chiesa prepositurale di S. Martino nell’omonima piazza, sulla sx della Chiesa diparte una scalinata che percorriamo fino a raggiungere il Ristorante Regina.



Fatti pochi passi troviamo la segnaletica del Parco “Valle del Lanza” sentiero 801 (Folla di Malnate-Mulino del Trotto-Mendrisio) e quella della Ciclopedonale che ci indica di proseguire verso dx in Via Zara.



Giungiamo in loc.tà “Folla di Malnate” dove è situato un grande pannello con la mappa del Parco e poco oltre inizia la Ciclopedonale.


Il percorso è pianeggiante e regala scorci suggestivi costeggiando a tratti il torrente Lanza.

Dopo 400 mt troviamo ancora la puntuale segnaletica del Parco che ci indica di proseguire verso dx oltre la staccionata in legno.


Dopo circa 1,5 km dalla “Folla di Malnate” alla nostra dx si susseguono diversi ingressi alle Cave (tutti gli accessi sono vietati per motivi di sicurezza) e si percorre un tratto su di una passerella in legno addossata ad una parete rocciosa.




Poco oltre una fontanella troviamo di nuovo la segnaletica del Parco “Valle del Lanza” sentiero 801 (Mulino del Trotto-Stazione Valmorea-Mendrisio) : da qui ci si stacca dalla Ciclopedonale e si prosegue a dx sul sentiero “Bruno Cardinale”.



Lungo questo percorso sterrato, che si insinua nel verde del bosco, si trovano le Cave Loc. “Mulino Trotto”.

Dopo una prima cava si passa sopra un ponticello in legno e poco oltre si nota, alla nostra dx, una serie di gradini realizzati con tronchi di legno ed una pietra con la scritta “Cava” : la salita è un po' ripida ma quello che ci attende merita davvero.



Arriviamo alla Cava, a nostro avviso, più spettacolare : una cavità dove l’acqua forma un laghetto ed un’apertura sulla sommità consente alla luce di creare effetti iridescenti sulla roccia, una vera magia della natura!



Usciti dalla Cava scendiamo i gradini in legno e tornati sul sentiero passiamo un altro ponticello in legno, poco oltre ci aspettano altri ingressi alle cave.




Al termine del sentiero una bacheca illustra il Sistema naturalistico delle Cave di Molera di Malnate e Cagno.

L’origine della Gonfolite, una roccia di natura sedimentaria che affiora diffusamente nella fascia prealpina lombarda, risale a diversi milioni di anni fa quando la Pianura Padana era occupata da un grande mare e la catena alpina veniva erosa da grandi fiumi, antenati degli attuali Lanza e Olona, che trasportavano a valle un’immensa quantità di detriti, depositati nei primi chilometri oltre la linea di costa. Le arenarie di Malnate, che conosciamo come “molera”, si originano in questo modo circa 20 milioni di anni fa e diventano roccia solida quando il mare si ritira dalla grande pianura, lasciando esposti i depositi di sabbia accumulati in precedenza. I fiumi erodono questi banchi di sabbia, scavando profondi canyon e così nasce la “Valle del Lanza”. Dal 1400 l’arenaria viene utilizzata in modo stabile e continuativo nell’edilizia civile e soprattutto in quella sacra, con un ampio impiego nel centro storico di Castiglione Olona. Grazie alla sua facile lavorabilità veniva impiegata per gli elementi di ornamento e per le statue. Dal XIX secolo le Cave di Malnate conoscono un secondo periodo d’oro legato all’utilizzo edilizio, alimentare (brille per riso) ed industriale (mole abrasive). Dopo decenni di abbandono, la rivalutazione delle antiche cave con la nascita del PLIS “Valle del Lanza” culmina con il riconoscimento del sistema naturalistico che qui si è sviluppato quale “Monumento Naturale” con decreto della Giunta Regionale del 20/11/2015. L’area interessata dal Monumento Naturale è localizzata tra i Comuni di Malnate e Solbiate con Cagno, lungo il versante orientale della valle alla sinistra orografica del torrente Lanza.

Nell’area sono presenti una dozzina di cavità principali e diverse altre piccole cavità, poco profonde e a quote differenti, ostruite da microfrane dei versanti e/o sedimentazione di materiale.

Arriviamo in loc.tà Mulino del Trotto a Cagno (CO) : un piccolo agglomerato di case dove si trova anche un mulino ormai in disuso.



Il mulino funzionava con tre ruote che alimentavano 6 macine, tuttora visibili e in buono stato di conservazione, alimentate da una roggia derivata dal torrente Lanza. Il primo proprietario di cui si ha notizia è il tradatese Francesco Pusterla che, secondo un estimo rurale del 1592, acquistò l'edificio con annessi terreni coltivati a vite e a foraggio. Verso la metà del '600 risulta affittuario del mulino Antonio Mina, detto "il Trotto", esponente di un'intera famiglia di mugnai che esercitarono l'attività fino al secolo scorso : dal suo soprannome è derivato quello del mulino stesso. Adagiato in posizione amena sul corso del torrente, distante dai centri abitati sia di Cagno che di Cantello e Malnate, il mulino ricevette la corrente elettrica solo negli anni cinquanta. Oggi il mulino e gli edifici adiacenti sono stati in parte ristrutturati, conservandone con attenzione il primitivo aspetto di piccolo borgo; all'interno si possono ancora osservare i vecchi macchinari per macinare e separare le granaglie oltre che una raccolta di vecchie attrezzature ed utensili dell'arte contadina. Nel 1912 vide la nascita di Felice Mina che con Manzù, Messina e Marini è considerato uno tra i più grandi scultori figurativi del 900 italiano. Il suo stile sobrio ed elegante si ispira ai canoni classici dell'arte, ma fu anche fine medaglista oltre che pregevole interprete di arte sacra. A ricordo della sua attività artistica è possibile ancora ammirare all’esterno del fabbricato alcune sue opere significative.




Terminata la visita al Mulino usciamo dall’acciottolato e perveniamo in Via Mulini : di fronte diparte la prosecuzione della Ciclopedonale, noi invece andiamo a sx sempre in Via Mulini per 150 mt per poi entrare a sx sul tratto di Ciclopedonale che abbiamo bypassato percorrendo il sentiero “Bruno Cardinale”.



Proprio a fianco della Ciclopedonale si possono ancora scorgere i binari dell’ex Ferrovia della Valmorea purtroppo abbandonati e invasi dalla vegetazione.


La Ferrovia della Valmorea era una linea ferroviaria internazionale gestita dalle Ferrovie Nord Milano che, alla sua massima estensione, collegava Castellanza a Mendrisio.


Continuiamo sulla Ciclopedonale per 600 mt per poi proseguire sulla stessa a ritroso dal punto in cui all’andata avevamo imboccato il sentiero “Bruno Cardinale”.


Arrivati al termine della Ciclopedonale continuiamo in Via Zara fino al Mulino Bernasconi.



Si hanno testimonianze della sua esistenza già nel 1722 e dal 1951 è proprietà della famiglia Bernasconi. La struttura del mulino è rurale con pareti intonacate di pietra e mattoni. Sulla roggia è situato un suggestivo lavatoio; la ruota del mulino ha un diametro di quattro metri e mezzo ed è azionata dall'acqua di una roggia molinara del Lanza, regolata con una chiusa metallica e grazie agli ingranaggi cui è collegata fa muovere la macina all’interno. All'interno sono ancora presenti attrezzature ed arredi dei primi del '900.


Al termine di Via Zara proseguiamo a dx sul marciapiede del ponte sulla SS342, prima della rotonda attraversiamo sulle strisce pedonali e ci immettiamo sul sentiero a sx dove c’è il cartello “Città di Malnate”.


Lungo il tragitto troviamo i binari dell’ex Ferrovia della Valmorea ed infine arriviamo al Ponte sul fiume Olona, un cartello ci segnala il divieto di procedere sul manufatto per poi continuare sui binari.


Torniamo indietro e questa volta andiamo a sx sul marciapiede del ponte sulla SS342, percorsi 110 mt, entriamo a sx in Via Gorizia al cui termine troviamo l’ex casello di Malnate Olona della Ferrovia della Valmorea.


Dopo anni di abbandono e degrado, nel 2000, l’ex casello e l’area annessa sono state assegnate in comodato d’uso da Ferrovie Nord Milano all’Associazione Culturale “I nostar radììs”. L’attuale connotazione denota l’impegno profuso dall’Associazione che ha riqualificato questo ambiente trasformandolo in un luogo di cultura.

Facciamo ora il tragitto a ritroso per tornare al Ristorante Regina, saliamo la scalinata fino alla Chiesa di S. Martino e percorriamo verso sx la Via San Francesco per giungere al parcheggio.

Il percorso sulla Ciclopedonale è adatto a tutti e non presenta difficoltà; il sentiero sterrato “Bruno Cardinale” è privo di parapetti ma di abbastanza agevole percorrenza.

Lunghezza percorso : circa 9,5 km

Tempo di percorrenza : 2 ore e 45 min circa

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le immagini dei luoghi visitati.

Aggiornato a settembre 2024

Galleria fotografica percorso


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