Parco Valle del Lanza : Mulini e Diga di Gurone

 


Percorrendo la SS342 raggiungiamo la rotonda della “Folla di Malnate”, proseguiamo superando il Ristorante Regina in Via Varese e dopo 70 mt lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo a dx della statale.


Troviamo la segnaletica del Parco “Valle del Lanza” sentiero 801 (Mulini di Gurone-Castiglione Olona-Castellanza) che ci indica di scendere a dx in Via Gere.


Proseguiamo sullo sterrato fiancheggiando il fiume Olona, percorsi 430 mt perveniamo ad un ponticello sul fiume : in questa zona sono in corso i lavori per la realizzazione della nuova Ciclopedonale di fondovalle.


Percorriamo il ponticello dove ritroviamo la segnaletica del sentiero 801.

Dopo un centinaio di mt giungiamo nella zona dove sorge l’ex “Attorcitoio Maggi”, noto anche come “Incannatoio delle Gere” (1).

La costruzione di una prima struttura in loc.tà Gere, adiacente al mulino omonimo (poi demolito), sembra avvenire intorno al 1819 come testimonia la data dipinta all'ingresso. L’attività produttiva risalirebbe al 1840 quando Carlo Giuseppe Maggi chiede al Consorzio del Fiume Olona l’autorizzazione a costruire un filatoio per la seta e acquista una concessione di ventotto anni per lo sfruttamento delle acque del fiume Olona. Fino alla metà degli anni 70 l’attività prospera, poi per problemi finanziari del Maggi e per la crisi generale dell’industria serica sopraggiunge il dissesto del filatoio. Nel 1878 l’imprenditore milanese Enrico Mayer rileva la proprietà e acquista una concessione perpetua per l’utilizzo delle acque del fiume. Lo stabilimento viene ingrandito e modificati i canali che portano acqua alle ruote in legno che, nel 1897, vengono sostituite da una nuova ruota in ferro e addirittura viene installata una turbina per azionare l'impianto di illuminazione elettrica. L’attività industriale continua fino al 1913 quando vi è una crisi del mercato e l’attività viene rilevata dai fratelli Salmoiraghi di Fagnano, che trasformano lo stabilimento in opificio per la spremitura di semi oleosi, attivo fino al 1930. Attualmente è in stato di abbandono.

Il percorso prosegue nel verde sempre fiancheggiando il fiume Olona e dopo pochi metri possiamo ammirare il “Ponte di Malnate” (2) sopra il quale transita la linea ferroviaria TreNord.

Quando si parla di Malnate, non si può non associarla al suo ponte ferroviario, che campeggia al centro dello stemma comunale, ergendosi a principale simbolo della Città. Seppur sia costruito in solido calcestruzzo, da tanti è ancora conosciuto come il "Pûn' da fèer" o "Ponte di ferro", toponimo testimone della struttura che ormai più di un secolo fa, fu per prima costruita per superare la larga vallata dell'Olona e collegare Malnate a Varese lungo il prolungamento fino al capoluogo della ferrovia Milano-Saronno.

Il manufatto originario venne costruito tra il 1883 e il 1884 dalla Ditta Cottrau di Napoli; l’ardita opera fu realizzata tramite tre campate a travata metallica a via superiore che poggiavano su due piloni intermedi a traliccio in ferro. Le opere in muratura si limitavano ai plinti di fondazione dei piloni e alle due spalle che sostenevano le parti terminali. La grande opera venne inaugurata l’11 aprile 1885. Nel corso degli anni Venti, quando si iniziò seriamente a parlare della possibilità di elettrificare l'intera rete delle Ferrovie Nord, si decise di sostituire il vecchio ponte in ferro con un nuovo manufatto in muratura che avrebbe garantito migliore staticità a fronte dell’aumentato peso assiale dei nuovi veicoli. I lavori per la costruzione del nuovo ponte si svolsero tra il 1927 e il 1928: fu innalzato pochi metri più a monte di quello precedente (le spalle del ponte di ferro sono ancora oggi visibili accanto al ponte) e presenta cinque arcate, sostenute da quattro piloni a stilo che conferiscono a tutta l'opera un'impressione di leggerezza, accentuata da alleggerimenti detti occhi, situati nei rinfianchi delle volte. In soli otto mesi il nuovo ponte fu pronto e venne inaugurato il 5 maggio 1928.




Continuiamo sullo sterrato per 800 mt tra ameni scorci prativi e boschivi dove si possono osservare variopinte specie botaniche; giungiamo infine alla “Zona Umida” (3).

Questa “Zona Umida” fa parte delle opere realizzate a compensazione ambientale dell’impatto della costruzione della Diga di Gurone. Ha lo scopo di ricreare l’ambiente adatto alla riproduzione di anfibi, insetti e alla stanzialità di specie avicole che vedono nella presenza dell’acqua l’elemento principale per assicurare la propria sopravvivenza. Attorno allo stagno c’è un sentierino protetto da staccionate in legno da cui dipartono alcuni pontili : purtroppo attualmente questo percorso è in stato di abbandono e per la maggior parte non percorribile.


Usciti dalla “Zona Umida” proseguiamo per altri 290 mt dove sono situati una bella abitazione ed un capannone con ampia area annessa adibita a servizi ambientali.

Da questo punto si continua sull’asfalto di Via dei Mulini, troviamo la segnaletica del sentiero 801 che ci indica di andare a dx per raggiungere i “Mulini di Gurone” : la ignoriamo e continuiamo diritti per 70 mt.

Giunti al parcheggio notiamo due container posizionati nel prato : entriamo nel varco della staccionata in legno ed imbocchiamo il sentierino a sx che ci conduce nell’ampia zona prativa dove sorge la “Diga di Gurone”.


La “Diga di Gurone”, nata da un progetto della Provincia di Varese, ha lo scopo di contenere e minimizzare gli effetti delle piene del fiume Olona.



I lavori iniziarono il 23 settembre 2004 con la posa della prima pietra e si conclusero dopo 5 anni con l'inaugurazione ufficiale avvenuta il 12 dicembre 2009 alla presenza delle autorità provinciali e comunali. La diga è alta 12 mt dal livello del fiume, lunga 156 mt e permette di accumulare per qualche giorno il surplus di acque meteoriche, per farle poi defluire gradatamente nel fiume, preservando gli argini da forti erosioni, evitando e riducendo quindi considerevolmente i possibili danni a ponti, infrastrutture e fabbricati. La sua costruzione e messa in servizio ha innalzato notevolmente il livello di sicurezza idrologica di tutto il fondovalle e raggiungerà la sua massima efficacia quando le altre mini-dighe localizzate più a nord di Malnate entreranno a regime permettendo così una gestione efficiente e coordinata di tutto l'alveo fluviale. Una delle rare occasioni in cui è stata chiusa la Diga è stata proprio il 15 maggio di quest’anno, quando è iniziato l’allagamento controllato con il livello dell’acqua che è andato a riempire la aree boschive e pianeggianti dell’area.

Seguiamo il sentierino erboso per raggiungere la sommità della diga, dove si trova il cancelletto di chiusura, e ritroviamo la segnaletica del sentiero 801 (Mulini di Gurone-Folla di Malnate-Mendrisio) : continuiamo verso dx.




Lungo il tragitto possiamo ammirare ameni scorci sulla frazione di Bizzozero in Comune di Varese.

Dopo 750 mt dalla Diga raggiungiamo l’ex casello n. 10 (4) della Ferrovia della Valmorea : questo edificio, per la sua ubicazione leggermente decentrata, è rimasto al di fuori del sistema della Diga di Gurone pertanto, quando il livello del lago effimero raggiunge il punto più elevato, vede il suo piano terra completamente sommerso dall’acqua.



Al termine del sentiero troviamo una bacheca didattica : ci immettiamo quindi verso dx sull’asfalto di Via dei Mulini.


Al termine della salita decidiamo di percorrere l’anello che circonda l’abitato dei “Mulini di Gurone”.

Posta al centro dell’invaso della Diga principale, la loc.tà Mulini di Gurone è circondata da una ulteriore diga a terrapieno con sezione circolare di circa 250 mt di diametro.


Tale costruzione, fortemente voluta dai malnatesi, si è resa necessaria per salvaguardare l’abitato dei Mulini dalle acque del lago effimero che, altrimenti, lo avrebbe completamente sommerso. Si è potuto così conservare un piccolo insediamento civile oltre che un'area di particolare interesse storico industriale.
Concluso l’anello iniziamo l’esplorazione del piccolo borgo.


L’attività dei Mulini di Gurone, originariamente di proprietà dei conti Bizzozero, fu portata avanti dalla famiglia Sonzini per quasi 150 anni. Tuttavia, a metà del XIX secolo, il lavoro iniziò a rallentare e l’ultimo mulino cessò di funzionare nel 1970 segnando la fine di un’epoca. Attualmente, in seguito alla costruzione della Diga di Gurone, solo un tratto del terrapieno è lambito dal fiume Olona che viene superato dal ponte in Via dei Mulini.

Il borgo conserva un fascino particolare, grazie alla sua eccezionale collocazione all’interno di una vasca di laminazione. Sulle abitazioni e sugli edifici rimasti, in cui vivono alcune famiglie, probabilmente ricostruiti o ampliati sui preesistenti si conservano incise alcune date, testimonianze del passato e della storia del luogo. Nell’abitato è presente una sede di Legambiente che, in collaborazione con le istituzioni, attraverso svariati progetti sta riqualificando questa zona con iniziative di autocostruzione nell’ambito del progetto “Casamatta”.



Ultimata la visita usciamo dalla loc.tà Mulini di Gurone percorrendo la centrale Via dei Mulini fino a raggiungere la zona dove sorge il capannone destinato ai servizi ambientali e da lì andiamo verso sx, passando di nuovo accanto all’abitazione rivestita di sassi e percorriamo a ritroso il sentiero fatto all’andata per tornare sulla SS342 dove abbiamo lasciato l’auto.

Il percorso è adatto a tutti e non presenta difficoltà.

Lunghezza percorso : circa 7 km

Tempo di percorrenza : 2 ore circa (escluso soste e deviazioni)

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le immagini dei luoghi visitati.

Aggiornato a settembre 2024

Galleria fotografica percorso


Commenti