Ecomuseo “Piane e Luoghi Viscontei del Varesotto” : Caidate e le sue cascine


L’Ecomuseo “Piane e Luoghi Viscontei delVaresotto” è un sistema diffuso che racconta il territorio attraverso i luoghi. E’ un’esperienza immersiva che valorizza il patrimonio storico e architettonico, le tradizioni locali, il paesaggio e gli itinerari naturali. Il progetto è nato dall’intesa fra dieci comuni : Azzate, Bodio Lomnago, Brunello, Casale Litta, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo, Jerago con Orago, Mornago e Sumirago. Il progetto si compone di un percorso ad anello di 40 km denominato “Anello Centrale” che si estende tra il Parco del Ticino ed il Lago di Varese consentendo di cogliere le Piane Viscontee nel loro complesso ed altri 9 itinerari locali (uno per ogni comune tranne Bodio Lomnago). Tutti gli itinerari si possono percorrere a piedi o in bicicletta attraverso i sentieri e le strade alla scoperta dei luoghi più rappresentativi, permettendo di immergersi nei dettagli storici e naturali, a volte evitando di percorrere la via più breve per gustare un’esperienza più completa.

In questo post vi racconteremo la nostra escursione lungo l’Anello di Sumirago nella frazione di Caidate.


Ci rechiamo a Caidate, frazione di Sumirago, percorrendo la SP49 e lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito di Via Verdi di fianco alla Chiesa di San Giovanni Evangelista (7).

Usciti dal parcheggio troviamo la segnaletica del sentiero 535A dell’Anello di Sumirago che ci indica la direzione per il “Centro storico di Caidate”.


Ci incamminiamo quindi a sx in Via Verdi e dopo 150 mt, alla nostra dx, troviamo il portone d’ingresso della “Cascina al Praso” (1).



Le origini della Cascina (nota anche con il nome di “Butelet”) risalgono alla metà dell’Ottocento quando il Castello, le cascine ed i terreni di Caidate passarono dalla famiglia Bigli alla famiglia Confalonieri Strattmann.

Il complesso a corte è chiuso su due lati da un alto muro e sugli altri due da due corpi disposti ad L. Il recupero architettonico ed il consolidamento strutturale, completato nel 2015 su progetto dell’Arch. Piergiorgio Fasoli, ha convertito l’immobile ad uso residenziale privato valorizzandone nel contempo le atmosfere di questi ambienti tipici delle cascine lombarde.

Continuiamo in Via Verdi per altri 80 mt fino a pervenire al “Lavatoio” (2).



Al termine di Via Verdi andiamo a sx in Via Cavour, fatti pochi passi alla nostra dx troviamo la “Chiesa di San Genesio” (3).


La Chiesa, collocata nel centro storico, fu costruita tra il XVII e il XVIII secolo. Si presenta con una piccola aula rettangolare, breve campanile e semplice facciata a capanna. Riaperta al pubblico nell’agosto 2013, conserva antichi affreschi nel presbiterio in cui sono riconoscibili Sant’Antonio e San Carlo.

Torniamo indietro fino all’incrocio dove ritroviamo la segnaletica dell’Anello che ci indica di entrare a sx in Via Cavallotti.


Proseguiamo fino al termine della strada ed all’incrocio la puntuale segnaletica dell’Anello ci indica la direzione per “Cascina Immacolata” nostra prossima meta.




Scendiamo quindi a sx in Via Magenta fiancheggiando la “Casa di Riposo San Gaetano”, dopo 210 mt all’incrocio scendiamo a dx in Via San Giovanni Evangelista che ci conduce fuori dall’abitato.




Percorsi 230 mt la segnaletica dell’Anello ci indica la direzione per “Cascina Immacolata” : proseguiamo quindi sul sentiero a dx che si inoltra nel bosco per poi uscire nello spazio aperto campestre dove un viale d’accesso alberato conduce alla “Cascina Immacolata” (4).




La Cascina Immacolata risale al 1872 ed è un fabbricato rurale ancora integro immerso nel verde tra boschi di castagni, campi coltivati e prati. Isolata dal centro abitato, offre una suggestiva vista sul Monte Rosa. Il complesso si articola su tre lati attorno a un cortile centrale rivolto a sud e chiuso da un alto muro di cinta. L’accesso avviene attraverso una pusterla. L’edificio principale, che ospita le abitazioni, si attesta sul lato nord ed è una imponente costruzione parallelepipeda a corpo doppio di tre piani. Al piano terra si apre un profondo porticato, sormontato da un analogo loggiato al primo piano : entrambi sono caratterizzati da massicci pilastri e arcature in mattoni a vista. Gli edifici rurali, invece, si sviluppano sui lati est e ovest del grande cortile. E’ l’unica cascina di Caidate ancora in attività a testimonianza della vocazione agricola storica della zona.

Usciti dalla Cascina la segnaletica dell’Anello ci indica la direzione per il “Castello di Caidate” : arriviamo quindi sull’asfalto di Via Immacolata dove sorgono alcune abitazioni.


Al termine della strada giungiamo sulla SP49 (Via Garibaldi) dove attraversiamo con cautela per immetterci nello sterrato di fronte a noi fiancheggiato da un muro in sasso dove è posta una targa verde con la scritta “Strada privata”.


Camminando sul sentiero è possibile ammirare una bella vista sul Campo dei Fiori e sul Sacro Monte : il tragitto circonda la “Cascina Ronco” (5) attualmente edificio residenziale privato.


Perveniamo infine in un piccolo agglomerato urbano costituito per lo più da vecchi edifici e cortili con cascine.



Giunti all’incrocio proseguiamo diritti sullo sterrato di Via Confalonieri e dopo 120 mt arriviamo al cancello di accesso del “Castello di Caidate” (6).



Decentrato rispetto al paese il maniero, che domina l'intera valle dell'Arno, nasce all'inizio del Quattrocento come casino da caccia ma è stato più volte rivisitato. Al ‘600 risalgono le prime trasformazioni che muteranno il castello in villa residenziale, conservando tuttavia alcuni aspetti esteriori delle antiche origini. Il castello subì notevoli trasformazioni nel 1700 e nella seconda metà del 1800. Oggi si presenta con struttura a pianta quadrilatera, cortile centrale e, sull'angolo che guarda verso la valle, una massiccia torre quadrata di origine tardo romana che faceva parte del sistema difensivo lungo la fascia nord-occidentale delle Alpi. La facciata principale, esposta ad ovest, risale alla metà dell'Ottocento e si sviluppa su due piani fuori terra trattati a pietra a vista; presenta inoltre caratteri medievali, quali le torrette circolari e la merlatura sulla copertura.


Il Parco, progettato a metà del XVIII secolo dall'architetto Balzaretto, è stato realizzato seguendo i dettami del giardino all'inglese allora in voga : ci sono esemplari di tigli, ippocastani e pini rossi.

Del complesso fanno parte anche le cascine Pianca, Villanova ed ex Chinetti. Le loro linee architettoniche appaiono improntate alla massima semplicità e gli ambienti interni ad una estrema funzionalità, secondo lo spirito proprio dell'architettura rurale del Settecento.

La proprietà, in origine della famiglia Visconti, passò in eredità nel 1614 ai Bigli, conti di Saronno; nel 1775 l'ultima discendente della famiglia Bigli sposò Eugenio Confalonieri Strattmann e il castellò passò a questa casata, da cui discenderà Federico Confalonieri il noto patriota milanese. Dal 1977 proprietari sono i conti Barbiano di Belgiojoso, avendola ereditata da Maria Confalonieri a seguito del matrimonio di Alberico Belgiojoso con Margherita Confalonieri. Essendo la proprietà privata il Castello non è visitabile.

Torniamo ora all’incrocio dove ritroviamo la segnaletica dell’Anello (direzione Albusciago) e andiamo a sx in Via Cristina Barbiano di Belgioioso.



Al termine della via giriamo a sx in Via Sant’Alessandro e dopo 50 mt ritroviamo la segnaletica dell’Anello (direzione Albusciago) : entriamo quindi a dx sullo sterrato erboso.


Dopo un tratto in aperta campagna il sentiero si inoltra nel bosco costeggiando un rio : in questa zona è situato il Campo di Tiro con l’arco della ASD “Arcieri della Grande Quercia”. Sono visibili tra il fogliame i bersagli costituiti da sagome in legno di animali.


Lungo il tragitto c’è un ponticello che consente di scalvare il rio per poi continuare nel bosco.

Dopo circa 300 mt ritroviamo la segnaletica dell’Anello (direzione Albusciago) che ci indica di andare a sx : noi invece proseguiamo diritti nel bosco per altri 460 mt.

Arriviamo quindi in una vasta area prativa attorniata da alberi : seguiamo lo stretto sentierino dapprima in piano e poi in salita fino a raggiungere Via Trento che imbocchiamo verso dx.



Una curiosità : questo era il punto più alto della Provincia di Milano prima della creazione della Provincia di Varese istituita con Regio Decreto il 2 gennaio 1927. Sui portali delle cascine è ancora riportata la scritta “Provincia di Milano”.

Percorsi 90 mt perveniamo sulla SP49 (Via De Gasperi) : alla nostra sx sorge la “Chiesa di San Giovanni Evangelista” (7).


La Chiesa, costruita nel 1760, si presenta con pianta rettangolare, ampia aula unica, cappelle laterali e abside semicircolare. Imponente la facciata a capanna, scandita in due ordini dal cornicione e delimitata da diverse lesene ioniche. Il portale d’accesso è arricchito da un grazioso fastigio con conchiglia e sormontato da una finestra policroma. La chiesa termina con linee tardo barocche, con timpano a semicerchio e curve nelle ali laterali. Dal fianco sinistro della facciata si innalza il campanile, con fusto intonacato e lanternina ottagonale. Ricchi gli interni, con capitelli corinzi dorati e un elaborato altare maggiore marmoreo con angeli.

Finita la visita alla Chiesa possiamo ammirare di fronte a noi “Cascina Crocefisso” (8).


Per raggiungere l’entrata della Cascina dobbiamo andare a sx in Via De Gasperi per poi entrare a dx in Via San Giovanni Evangelista.



La Cascina fu costruita tra il 1865 e il 1875 per volere del conte Luigi Confalonieri, proprietario del Castello e di una vasta estensione di terreni nel territorio di questo piccolo borgo. L’imponente complesso presenta un impianto a corte chiusa. Al centro del corpo fronte strada si apre l’alto e profondo androne di accesso che conduce al grande cortile centrale un tempo sistemato a giardino, percorso sui due lati da lunghi portici. Fa da sfondo uno slanciato edificio alto tre piani, caratterizzato da profondi e ariosi loggiati: la cascina, infatti, era utilizzata per la bachicoltura. La Cascina è stata progettata da Gaetano Besia, direttore della scuola d’architettura dell’Accademia di Belle Arti di Brera (1851-1859) secondo il suo tipico stile riferito al neoclassicismo, con pregevoli colonne in granito dai curiosi capitelli, archi in stile Tudor e volte in mattoni a vista. Attualmente disabitata è in corso di ristrutturazione.

Tutte le Cascine della frazione di Caidate sono state il frutto di un investimento preciso e di un disegno razionale fiorito nell’Ottocento.


Torniamo ora sulla SP49 (Via De Gasperi) e camminando sul comodo marciapiede per 300 mt raggiungiamo il “Cimitero” (9).

Nello spiazzo antistante è situato il “Monumento ai Caduti”.


Il Monumento è posto su un angolo della muratura del Cimitero : la lastra commemorativa è in marmo scuro con incisi i nomi dei Caduti nelle due Guerre Mondiali. Alla sx della lastra si trova una corona di quercia con un ramo di palma, a dx è posto un porta vessillo affiancato da tre bande verticali tricolori ed alla base della lastra è situato un piccolo altare. Il Monumento è protetto da una piccola cancellata in ferro e muratura.

Proseguiamo oltre il Cimitero per altri 150 mt ed entriamo a sx in Via Vittoria : qui è ubicata la “Cascina Madonna della Vittoria” (10).



La Cascina, datata 1856, presenta un edificio principale ritmato da sette arcate per ogni piano. Sotto al portico una nicchia ospita la cappelletta della Madonna : un elemento certamente tradizionale, ma che si diffuse ancor di più nella seconda metà dell’Ottocento, nel segno di un rinnovato culto mariano.

Facciamo ora il percorso a ritroso sulla SP49 per tornare al parcheggio di Via Verdi dove abbiamo lasciato l’auto concludendo la nostra escursione.

Tutto il percorso dell’Anello è ben segnalato e di facile percorrenza.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le foto del percorso.

Lunghezza percorso : circa 6,5 km

Tempo di percorrenza : 2 ore e 15 minuti circa escluso soste

Aggiornato a giugno 2025

Galleria fotografica percorso


 

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