Inarzo e la Riserva Naturale Palude Brabbia

 


Ci rechiamo ad Inarzo percorrendo la SP53 e raggiungiamo il parcheggio di Via Patrioti nei pressi del Municipio e del Centro visite dell’Oasi Lipu Palude Brabbia al civico 22.


Lasciata l’auto facciamo pochi passi verso sx e perveniamo all’edificio del “Municipio” di Inarzo (1).


Ritorniamo verso il parcheggio e di fronte a noi, al civico 22 di Via Patrioti, si trova l’edificio dove è situato il “Centro visite dell’Oasi Lipu Palude Brabbia” (2).


Proseguiamo verso sx in Via Patrioti sul percorso pedonale per 100 mt, al termine della strada sulla facciata alla nostra dx è apposta una targa che recita “A ricordo della costituzione di Inarzo in Comune autonomo approvata con Legge 18 marzo 1958 dal Parlamento Italiano”. Una curiosità : Inarzo è l’ultimo “nato” fra i Comuni della Provincia di Varese.

Sul fabbricato di fronte all’incrocio è posizionato un dipinto votivo dedicato alla “Vergine SS Incoronata di Positano” (3).



Fiancheggiamo questo edificio sulla dx ed entriamo sull’acciottolato di Via Vanetti fino a pervenire in P.za Concilio Ecumenico Vaticano II : qui sorge la “Chiesa dei SS Pietro e Paolo” (4).


La chiesa parrocchiale di Inarzo è stata costruita sul finire del Seicento ed ampliata nell’Ottocento. Si presenta oggi con aula unica, cappelle laterali e profondo coro con abside semicircolare. Rigorosa la facciata scandita da lesene su tutta la superficie. Il grande portale d’ingresso è affiancato dalle statue dei due santi patroni e sormontato da una vetrata policroma. Corona la facciata un timpano con la dedica a Deo Optimo Maximo mentre, dal fianco sinistro, si innalza il campanile tra i più alti della provincia. Belli gli interni con eleganti decorazioni lungo le pareti e la volta a botte. Sopra il presbiterio sono raffigurati gli Evangelisti mentre nel catino absidale è affrescato Gesù con il Sacro Cuore e i SS Pietro e Paolo. Davanti all’altare maggiore in marmi policromi si colloca una moderna e vivace mensa in ferro. La chiesa conserva anche un prezioso organo Luigi Maroni Biroldi del 1838, collocato in controfacciata, è ospitato in un’elegante cassa di gusto neoclassico. Ad ovest, adiacente al campanile, si trova la Chiesetta di San Carlo : il piccolo edificio è parzialmente inglobato nella parrocchiale ed ha ormai dismesso le funzioni.

Dalla Piazza e dal parcheggio sottostante si gode una splendida vista sulla catena alpina e sul Monte Rosa.


Scendiamo ora a sx sull’acciottolato di Via Papa Giovanni XXIII al cui termine si trova l’Asilo infantile.

Perveniamo quindi in Via C. Porta : sulla facciata dell’edificio di fronte è posto un dipinto votivo dedicato alla “Madonna Addolorata” (5).


Andiamo a dx in Via C. Porta fino al termine dell’abitato per poi proseguire fino all’area dismessa della discarica comunale : qui due transenne ci segnalano l’ingresso all’area della “Riserva Naturale Palude Brabbia”.


La Palude Brabbia si estende per 450 ettari tra i comuni di Biandronno, Casale Litta, Cazzago Brabbia, Inarzo, Ternate e Varano Borghi. Superstite dell’antico bacino lacustre che univa i laghi di Varese, Comabbio e Biandronno, la torbiera ha conservato diversi reperti dal Mesolitico fino all’età del Ferro. Oltre a ceramiche, asce, scalpelli di pietra, cuspidi e manufatti in legno, sono emerse rimanenze di una palafitta. La Palude vanta numerose specie di flora autoctona quali ad esempio canneti, cespuglieti a salice cinereo e boschi di ontano nero nelle aree più ricche d’acqua. Nelle zone più ombreggiate troviamo grandi popolamenti della rara violetta d’acqua, mentre nei chiari d’acqua cresce la ninfea. Per quanto riguarda la fauna la torbiera vanta circa 170 specie di uccelli tra cui la Moretta tabaccata, il Beccaccino, il Gufo di palude e molti esemplari di picchi nelle zone boschive. A sud della riserva nidificano l’Airone cenerino e la Nitticora. Risultano presenti sei specie di anfibi tra cui la Rana di Lataste. Tra i rettili ricordiamo la Lucertola Vivipara che di norma vive a quota 2000 metri.

La Palude Brabbia è considerata uno degli esempi meglio conservati di torbiera piana pedemontana a livello nazionale. Nel 1981 viene inclusa nel primo elenco dei biotopi e geotopi della Regione Lombardia, nel 1983 viene dichiarata “Riserva Naturale Regionale” e nel 1984 viene riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura “Zona Umida di Importanza Internazionale” ai sensi della convenzione di Ramsar del 1971. Dal 1994 la Lipu gestisce l’area in Convenzione con la Provincia di Varese che è l’Ente gestore della Riserva.

La Riserva è visitabile tutto l’anno, l’accesso è libero e gratuito dall’alba al tramonto lungo i percorsi segnalati : Sentiero Natura, Stagni didattici e Capanno di osservazione. La parte sita in Riserva Integrale ospita una torretta di osservazione ed un capanno galleggiante : è possibile accedervi previa prenotazione o durante le visite guidate.

Lungo i sentieri dell’Oasi si può ammirare una mostra permanente all’aperto di riproduzioni fotografiche su supporto in forex di grande formato. La mostra “Brabbia in Foto” nasce nel 2022 su iniziativa del fotografo naturalistico Armando Bottelli con l’intento di mostrare ai visitatori le atmosfere della Riserva attraverso la sensibilità artistica dei fotografi partecipanti. Scansionando il QR Code è possibile visualizzare una pagina dedicata con didascalia e titolo dello scatto oltre alle info base dell’autore: nome, autoritratto fotografico dell’autore, breve biografia e link alla sua pagina web o social.



Superate le transenne lungo l’ampio sentiero ci accompagna il torrente Riale, seguiamo le indicazioni del cartello “Sentiero Natura” e dopo poche decine di mt prendiamo la deviazione a dx verso gli “Stagni didattici”.





Questi piccoli stagni artificiali sono interessanti per l’osservazione della vegetazione, degli insetti e degli anfibi. E’ presente una tettoia sotto cui si può sostare ed osservare le piante di Iris Palustre dalla fioritura gialla.


Tornati sul sentiero principale proseguiamo per 500 mt fino ad arrivare alla zona della “Schermatura in bambù”.


Dalle aperture si gode di una suggestiva visuale sullo “Stagno Daverio”, sulla vegetazione e se si è fortunati sulla fauna della Palude.



Il “Sentiero Natura” finisce qui per cui facciamo il percorso a ritroso per 380 mt fino a pervenire alla segnaletica che ci indica la deviazione a sx per il “Capanno di osservazione”.


Percorsi 350 mt raggiungiamo l’area dove è sito il Capanno, camminiamo sulla passerella in legno ed entriamo.


All’interno sono collocate sedute in legno che consentono di osservare comodamente dalle finestre il panorama : la vista spazia sullo “Stagno Vanetti”, sul Campo dei Fiori e sul Sacro Monte.


Dopo aver ammirato questo spettacolo usciamo dal capanno e percorriamo a ritroso il sentiero.


Tornati alla deviazione imbocchiamo il “Sentiero Natura” alla nostra sx immergendoci nel bosco, dopo un centinaio di mt il sentiero diventa molto fangoso per poi diventare impraticabile essendo allagato a causa delle copiose precipitazioni : purtroppo dobbiamo tornare indietro! La nostra intenzione era quella di raggiungere la Ciclopedonale a Cazzago Brabbia costeggiando il “Laghetto della Fornace” per poi tornare ad Inarzo percorrendo la SP53 : sarà per la prossima volta!


Torniamo allora sui nostri passi fino alla deviazione per gli “Stagni didattici” che superiamo continuando sul “Sentiero Natura” per 50 mt : alla nostra dx c’è un ponticello in cemento che scavalca il torrente Riale, lo imbocchiamo e proseguiamo sullo sterrato attorniati da ampie zone prative.




Dopo 650 mt il sentiero giunge sulla SP53 al confine tra Inarzo e Bernate (fraz. di Casale Litta).


Camminiamo in sicurezza verso sx sul marciapiede che fiancheggia la SP53 (Via 1°Maggio) per 360 mt pervenendo all’incrocio con Via Monte di Inarzo : in un’aiuola alla nostra dx è posizionata una panchina rossa ed un’installazione con gli stendardi dell’Italia, dell’Unione Europea e della Regione Lombardia.

Proseguiamo per altri 100 mt e sulla facciata di un edificio osserviamo un dipinto votivo dedicato alla “Madonna del Rosario” (6).


Poco oltre la curva, dove la strada scavalca il torrente Riale, fiancheggiamo il civico 21 verso dx per giungere al vecchio “Lavatoio” (7).


Ritorniamo in Via 1°Maggio ed all’incrocio con Via XXV Aprile andiamo a dx sulla SP53 per poi proseguire in Via S. Francesco per 150 mt : qui troviamo un piccolo parco dove sono ubicati il “Monumento ai Caduti” (8) ed una rappresentazione della “Grotta di Lourdes”.



Il Monumento, posto su basamento in cemento, è realizzato in marmo bianco con decorazione di rose e sovrastante croce in bronzo. Sul basamento è stata posta nel 1958 una lastra commemorativa in occasione della costituzione di Inarzo in Comune autonomo. Il monumento riporta i nominativi dei Caduti durante le due Guerre mondiali.

Facciamo ora il percorso a ritroso in Via S. Francesco per poi entrare a sx in Via Patrioti e raggiungere il parcheggio dove avevamo parcheggiato l’auto.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le foto del percorso.

Lunghezza percorso : circa 5,5 km

Tempo di percorrenza : 1 ora e 20 minuti circa escluso soste

Aggiornato a maggio 2025

Galleria fotografica percorso

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