Castiglione Olona : l’Anello storico e l’Anello dei lavatoi

 

Provenendo dalla SP42 raggiungiamo la SP46dir (Via Mazzucchelli) a Castiglione Olona, superato il vasto complesso della Ditta Mazzucchelli ed il ponte sul fiume Olona, alla rotonda andiamo a sx dove troviamo l’ampio parcheggio gratuito di Via XXIV Maggio.


Lasciata l’auto usciamo dal parcheggio dal varco a lato della fermata dell’autobus in Via Mazzucchelli, attraversiamo sulle strisce pedonali e percorriamo il marciapiede verso dx fino a raggiungere l’acciottolato di Via Mazzini : da qui inizia il “Borgo Storico” di Castiglione Olona.


Voluto negli anni Venti del Quattrocento dal Cardinal Branda Castiglioni, le sue vie e le sue piazze, i suoi palazzi e le sue chiese custodiscono il sogno realizzato del suo fondatore : uno dei vertici del primo Rinascimento in terra lombarda. Nato a Milano, probabilmente il 4 febbraio 1350, Branda Castiglioni fu un grande diplomatico, uomo di fiducia di pontefici e sovrani, cultore delle arti e mecenate illuminato : a proprie spese ricostruì Castiglione Olona, città di origine della sua famiglia. Tra i turisti più illustri Gabriele D’Annunzio ha poeticamente descritto il borgo come “Isola di Toscana in Lombardia”.

Dopo 180 mt alla nostra sx troviamo la “Piazzetta del Padreterno” (8).


Sulla parete di un palazzo prospiciente la strada è raffigurato un dipinto del Padre Eterno tra santi ed angeli. Sulla sinistra è murato un bassorilievo con lo stemma dei Castiglioni recante l’iscrizione DS.PS.AR.CO e la data 1477, un probabile riferimento all’arciprete Pietro Castiglioni (1453-1478) che allora reggeva la parrocchia del borgo.

Poco oltre, al civico 32, alla nostra dx si trova il portale di accesso al “Palazzo dei famigliari del Cardinal Branda Castiglioni” (10).


Il Palazzo risalente al XV secolo, edificato per i membri della nobile famiglia Castiglioni, è stato oggetto di molti interventi che ne hanno profondamente trasformato la struttura. Il portale monumentale, scolpito in pietra molera cavata a Malnate, è sorretto da due lesene gotiche con capitelli a decorazione vegetale. Tra le quindici formelle che ornano il fronte dell’arco, si alternano emblemi della famiglia Castiglioni e i ritratti degli imperatori romani Vespasiano, Adriano, Traiano e Tito. Sei peducci scolpiti impreziosiscono le volte a crociera dell’androne che consente l’accesso alla corte interna.

Fatti pochi passi perveniamo in P.za Garibaldi (1).

La piazza è il cuore del centro storico dove confluiscono le tre vie principali del borgo e sulla quale si affacciano alcuni dei monumenti più rappresentativi della Castiglione quattrocentesca.

Nella piazza è situato il “Museo Civico-Palazzo Branda Castiglioni” (11).


Residenza del Cardinale Branda Castiglioni, il palazzo quattrocentesco (oggi Museo) racchiude le testimonianze più rappresentative della multiforme cultura umanistica dell’illustre Porporato. Un esempio ne sono le scene di carattere morale dipinte da artisti lombardi nella “Camera dei Putti”. Impreziosiscono altri ambienti pregevoli affreschi di Masolino da Panicale e del Vecchietta : celeberrimo uno stupendo ed irreale “Paesaggio” caratterizzato da montagne, borghi turriti e corsi d’acqua. Vergini e martiri, santi e vescovi, profeti ed evangelisti ornano le pareti della cappella palatina dedicata a San Martino. La famiglia Castiglioni ha contribuito, nel corso dei secoli, ad arricchire questo patrimonio, commissionando ritratti di famiglia e collezionando preziosi oggetti di arredo che si uniscono alle testimonianze più antiche.

Nel cortile prospicente il palazzo è situata una scultura in bronzo patinato “Cavallo” di Gian Luigi Bennati, opera donata dalla famiglia Bennati alla città di Castiglione Olona nel 2017.

Usciti dal lastricato della piazza continuiamo diritti sull’acciottolato di Via Cavour per 60 mt fino a raggiungere l’asfalto di Via Roma, attraversiamo e dopo pochi passi verso dx troviamo il portone di accesso al cortile medioevale dove si trova il complesso del “Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo” (12).



Situato a ridosso della Porta di Ponente e dell’antica cinta difensiva il palazzo è composto da due corpi di fabbrica perpendicolari affacciati sulla Corte del Doro. Gli edifici appartengono a diversi proprietari e sono stati costruiti tra il XII -XIII secolo ed il XIV-XV secolo. La sezione orientale è di proprietà comunale ed è sede del “MAP-Museo Arte Plastica”. Completamente ristrutturata, conserva il portale d’accesso architravato con conci a paramento e finestre ogivali decorate con formelle in cotto fiorito. Nelle sale interne sono stati salvaguardati gli antichi affreschi tardo gotici a motivi geometrici, le cornici, i tendaggi in trompe-œil e cicli pittorici con scene di caccia, paesaggi con castelli, boschi, pappagalli su ramoscelli. Sono esposte più di 50 opere realizzate tra il 1969 ed il 1973 da artisti italiani ed internazionali tra i più quotati del secondo dopoguerra, all’interno del laboratorio di ricerche estetiche “Polimero Arte” ideato e promosso dal Conte Lodovico Castiglioni e dall’imprenditore Franco Mazzucchelli titolare dell’omonima azienda castiglionese. La collezione annovera opere di Man Ray, Carla Accardi, Gianni Colombo, Marcello Morandini solo per citarne alcuni. Attigua al palazzo è una torre del XII secolo, in cui si conservano pareti affrescate con tinta blu con una fascia di stemmi e foglie poggianti su finte mensole.Usciamo dal cortile e subito alla nostra sx possiamo ammirare il portone di accesso al “Palazzo Clerici” (13).



Il palazzo quattrocentesco è situato sull’altura che forma il fianco scosceso verso il fiume Olona. Un portale dalle forme gentili introduce ad un cortile quadrato, chiuso sui quattro lati, che presenta sul prospetto orientale un colonnato con archi a tutto sesto. Sul lato meridionale, chiuso da un alto muro di cinta, si trova un lungo percorso a ballatoio che collega l’ala orientale con quella occidentale. Il cancello nell’androne reca nel ferro battuto due massime : a sinistra Seneca ci ricorda che “Virtus non timet quod facit” (la virtù non ha timore di ciò che compie) ed a destra invece è riportato l’invito di Gesù “Pulsate ed aperietur vobis” (bussate  e vi sarà aperto).


Proseguiamo ora verso dx in Via Roma al cui termine è situata la “Porta di levante” (18).


All’incrocio tra Via Matteotti e Via Marconi spicca una nicchia al cui interno si trova un antico pozzo, sopra la nicchia è posizionata la statua di San Luigi Gonzaga.


La statua, restaurata per concorso di popolo e devoti fedeli, è stata benedetta il 14 aprile 1991 dal Cardinale Carlo Maria Martini nel IV Centenario della morte del Santo.

Saliamo la scalinata posta sul lato sx della nicchia e perveniamo in Via Matteotti dove attraversiamo sulle strisce pedonali per poi salire a dx sul marciapiede di Via Marconi.

Percorsi 180 mt perveniamo ad un’ampia zona verde dove è situato il “Castello di Monteruzzo” (19).


Il Castello, immerso in un vasto parco, sorge su di una collina che sovrasta l’intero borgo. Edificato nel XVI secolo, deve il suo aspetto odierno agli interventi apportati tra il Settecento e l’Ottocento che gli donarono le tipiche fattezze del castello medioevale : caratteristiche le alte torri e le merlature in cotto, a coda di rondine, che dominano tutto il bianco profilo. Acquisito al patrimonio pubblico dal Comune di Castiglione Olona, venne restaurato alla fine degli anni Novanta su progetto dello studio “Aldo Rossi ed Associati”, che ne ha curato la trasformazione in centro congressi e sede della biblioteca civica.

Sul retro del Castello, da un piccolo balcone, si gode una spettacolare vista sul centro storico di Castiglione Olona.


Conclusa la visita al complesso facciamo il percorso a ritroso in Via Marconi, Via Roma e Via Cavour fino a tornare in P.za Garibaldi (1).



Dalla piazza ci incamminiamo verso sx dove si erge la “Chiesa del SS. Corpo di Cristo detta di Villa” (2).


La Chiesa è stata costruita tra il 1437 e il 1444 per volere del Cardinal Branda Castiglioni su un antico oratorio del XIII secolo. Pur essendo ignoto il progettista, è chiara la presa a modello di opere del Brunelleschi e del Rinascimento toscano, facendone un mirabile esempio di architettura fiorentina quattrocentesca al di fuori della Toscana. L’edifico si compone di un volume cubico ad aula unica, con abside semicircolare e cupola emisferica coperta da un tamburo ottagonale sorretto da sedici colonnine corinzie. Molto particolare la facciata, dove ritorna la forma cubica, scandita da alti pilastri scanalati con capitelli corinzi e cornicione in cotto. Il portale architravato è sormontato da un frontone triangolare, con la rappresentazione del Padre Eterno, dei Dottori della Chiesa e decorazioni floreali nello stipite. L’ingresso è affiancato da due gigantesche statue ad altorilievo rappresentanti San Cristoforo e Sant’Antonio Abate. Semplici gli interni, realizzati sullo schema della Sacrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze. Si conservano un trittico della Vergine delle Grazie tra i Santi Rocco e Sebastiano attribuito a Galdino da Varese, il sarcofago di Guido da Castiglione e statue in terracotta policroma dei Quattro Dottori della Chiesa, dell’Angelo Annunciante e dell’Annunciata. L’abside ospita inoltre un affresco quattrocentesco di Gesù Cristo che risorge dal sepolcro e motivi ornamentali e floreali.

Poco oltre, alla nostra dx, troviamo il portale del “Pio Luogo dei Poveri di Cristo” (3).


L’edificio, costruito nel XV secolo, risponde alla costante sollecitudine del Cardinal Branda Castiglioni nei confronti di poveri e malati. Pregevole il portale di accesso : nella chiave di volta Nicola Castiglioni, nipote del Cardinale e fondatore di questa istituzione di carità, è raffigurato nell’atto di squarciarsi il torace per sfamare con il proprio sangue alcuni puttini (secondo l’iconografia del pellicano che si lacera il petto per nutrire i propri piccoli).

Proseguiamo sull’acciottolato di Via Cardinal Branda ed alla nostra sx vediamo il Palazzo Comunale dove aveva sede la “Scuola di Grammatica e Canto” (5).


La Scolastica venne fondata dal Cardinal Branda Castiglioni nel 1423 per offrire una formazione gratuita di grammatica e canto a tutti i bambini del borgo. Ne testimonia la funzione l’iscrizione “Musis sacra domus” posta all’interno del portico. Il nucleo rinascimentale dell’edificio si sviluppa al piano terra con il porticato ed il cortile, il primo piano fu invece aggiunto alla fine dell’Ottocento. Ornano la facciata d’ingresso un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino tra due Santi ed un fregio con il busto in terracotta del Cardinale Branda affiancato dal filosofo Aristotele e dal giurista Cicerone.


Continuando su Via Cardinal Branda passiamo sotto l’arcata che collega le due ali del “Palazzo dei Marchesi Magenta” (6).


Il palazzo nobiliare venne edificato nel Quattrocento, ampliato nel Settecento e fu dimora dei Marchesi Magenta. L’architettura del cortile presenta un elegante porticato ornato da colonne e archi a tutto sesto. Caratteristico il passaggio aereo che collega le due ali dell’edificio al di sotto del quale è collocata una tavola a tempera raffigurante la Madonna con Bambino, copia dell’originale conservata nelle sale espositive del Museo della Collegiata ed attribuibile ad un anonimo pittore lombardo.

Al termine dell’acciottolato di Via Cardinal Branda si giunge all’entrata del complesso che ospita il “Museo della Collegiata” (7).




Il complesso museale è costituito dalla Chiesa Collegiata, dal Battistero e dall’antica canonica con le sale espositive. La Collegiata, costruita dal 1422 per volontà del Cardinal Branda Castiglioni, fu progettata da Alberto, Giovanni e Pietro Solari. La volta del presbiterio è popolata dalle leggiadre scene della Vergine, affrescate da Masolino da Panicale; le pareti sono animate dalle storie dei SS. Stefano e Lorenzo del fiorentino Paolo Schiavo e del senese Vecchietta. Nel Battistero si trova il capolavoro di Masolino da Panicale (1435) : il racconto della vita di S. Giovanni Battista scorre con libertà sulle pareti, tra delicati paesaggi e architetture in prospettiva. Nelle sale si ammirano dipinti, codici e oreficerie.




Facciamo ora il percorso a ritroso fino a raggiungere la Piazzetta Cazzani prospiciente il Palazzo Comunale, in corrispondenza della targa troviamo la segnaletica dell’Anello storico : alla nostra dx diparte una gradinata che scendiamo per poi continuare sul sentiero che conduce al “Ponte Medioevale” (16).

Situato in un punto di transito che alcuni storici ipotizzano essere un’antica strada romana, il ponte attraversa il fiume Olona. Dal ponte si possono osservare i resti delle antiche mura medioevali che un tempo cingevano e proteggevano il borgo.

Ci troviamo ora nella Valle Olona, alla nostra sx si trova un piccolo agglomerato abitativo dove un tempo c’erano antichi mulini (17) posti in prossimità delle rive del fiume Olona e che per secoli hanno servito la popolazione che usufruì delle loro macine per scopi alimentari.


Attraversato il Ponte perveniamo sulla SP42 dove attraversiamo sulle strisce pedonali, di fronte a noi troviamo il percorso della Pista Ciclopedonale della Valle Olona che ricalca l’antico sedime della Ferrovia della Valmorea : lo percorriamo verso dx.



Questo tratto fa parte del PLIS Rile-Tenore-Olona e del Monumento Naturale Gonfolite e Forre dell’Olona.

Percorsi 650 mt sulla Ciclopedonale e superata la Stazione di Castiglione Olona (20) si perviene sulla SP42 (Via Diaz) : andiamo a sx in Via Leonardo Da Vinci fiancheggiando gli edifici della Ditta Mazzucchelli.



Sotto il nome della via troviamo la segnaletica dell’Anello dei lavatoi.

Dopo 180 mt si giunge ad un bivio : prendiamo il sentiero alla nostra sx e poco oltre passiamo sul ponticello che scavalca il torrente Mornaga.


Lungo il tragitto non ci sono indicazioni quindi vi segnaliamo di prestare attenzione : dopo 100 mt dovete imboccare il sentiero che si inerpica alla vostra sx altrimenti dovrete scavalcare di nuovo il torrente su un ponticello in legno e vi ritrovate nel nulla.

Al termine del sentiero si arriva nella frazione di Gornate Superiore in Via delle Madonne che percorriamo per 180 mt : all’incrocio ritroviamo la segnaletica dell’Anello dei lavatoi che per il momento tralasciamo proseguendo verso sx sempre in Via delle Madonne per 85 mt.


Andiamo a dx in Via Santa Caterina dove si erge la “Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria” (21).


La Chiesa è stata edificata su una preesistente cappella nel 1566. Si presenta oggi con pianta rettangolare ad aula unica, con cappelle laterali e abside semicircolare. La facciata a capanna è in stile neoclassico con alcuni richiami al gotico. La superficie è scandita da due coppie di lesene che sostengono un grande timpano triangolare. Tra le decorazioni ricordiamo il mosaico in lunetta di Santa Caterina e la bifora con colonnina con vetrata artistica. All’interno si conservano affreschi cinquecenteschi strappati dall'oratorio di San Martino e decorazioni di inizio Novecento di Giancarlo Dallari. Sul lato dx della Chiesa è posto un Monumento ai Caduti.

Torniamo indietro fino all’incrocio dove si trova la segnaletica dell’Anello dei lavatoi e questa volta andiamo verso dx per percorrerlo.

Proseguiamo quindi in Via delle Madonne per 240 mt ed alla nostra dx troviamo il “Lavatoio di Gornate Superiore” (22) alimentato dalle acque del torrente Mornaga.



Il lavatoio è stato costruito nel 1914 per concessione del Cav. Pompeo Mazzucchelli, figlio di Santino, quest’ultimo fondatore di una delle realtà industriali più importanti della Valle Olona.


Il tragitto prosegue sull’asfalto di Via delle Madonne per altri 700 mt giungendo nella frazione di Caronno Corbellaro : in curva sulla sx si entra in una verde radura dove è situato il suggestivo “Lavatoio di Caronno Corbellaro” (23).



Costruito dal Nobile Antonio Parrocchetti per i Coloni nell’anno 1912, fu ceduto in comodato al Comune di Castiglione Olona il 25 febbraio 1997. Il Comune, in collaborazione con la SPEV (Scuola Professionale Edile di Varese), ne delibera il recupero il 9 giugno 2004. L’inaugurazione avviene il 29 luglio 2006 da parte del Sindaco Ing. Giuseppe Battaini alla presenza delle Istituzioni. In quest’area l’acqua limpida del rio Dietro Costa si congiunge con il rio Griano formando il torrente Marnetta. Questo luogo, immerso nel Parco RTO, offre un interessante patrimonio culturale e regala quiete ai visitatori grazie al suono dell’acqua corrente ed alla vista rigenerante del paesaggio boschivo.

Procediamo su Via delle Madonne entrando nell’abitato fino a raggiungere P.za Santa Croce : qui si erge la “Chiesa di Santa Croce” (24).


La Chiesa ha origini molto antiche ed è citata da Goffredo da Bussero nel XIII secolo con l’intitolazione a San Fermo e Santa Giustina. L’edificio ha pianta rettangolare, con aula unica, coro quadrato e breve campanile sul fianco sinistro con meridiane. La facciata a capanna è delimitata da lesene angolari con capitelli ionici e dal timpano triangolare. Sulla superficie si conservano lacerti di una dedica ad affresco e una croce in ferro in una nicchia del timpano.

Continuiamo sulla sx della Chiesa fino a pervenire all’incrocio con Via Fabio Filzi : qui troviamo la segnaletica della “Dorsale Parco RTO” e facciamo una deviazione dall’Anello dei lavatoi continuando verso sx.

Ci immergiamo nel Pianoro di Caronno Corbellaro e dopo 480 mt perveniamo alla solitaria “Chiesetta di San Nazaro” (25).


La chiesetta è stata costruita nel XII secolo circa. Il grazioso edificio è d’epoca romanica e si presenta con aula unica rettangolare e abside semicircolare. All’esterno mantiene la muratura a vista, con alcune sezioni intonacate nel sottogronda. Anche se non più in uso e priva dei paramenti religiosi, la chiesetta è ammirabile per l’epoca di costruzione, visibile anche negli interni restaurati con il ripristino dell’originale copertura a capriate lignee.

Dal pianoro si gode una spettacolare vista sui paesi circostanti fino al Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore.

Ritorniamo ora all’incrocio con Via Fabio Filzi che imbocchiamo verso dx per continuare sull’Anello dei lavatoi.

Dopo un centinaio di mt alla nostra dx ritroviamo la segnaletica dell’Anello dei lavatoi : dal piccolo spiazzo diparte il sentiero che conduce di nuovo in Via Leonardo da Vinci (indicato sulla mappa con linea gialla).

Noi abbiamo deciso di proseguire sull’asfalto di Via Fabio Filzi fino all’incrocio con la SP42, proseguendo verso dx in Via Mazzucchelli per 700 mt si ritorna al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.

L’escursione è adatta a tutti, consigliamo di prestare molta attenzione durante il primo tratto dell’Anello dei lavatoi perché la segnaletica è decisamente carente ed il percorso dissestato, in tal senso confidiamo di avervi aiutati con le nostre indicazioni.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le foto del percorso.

Lunghezza percorso : circa 7 km

Tempo di percorrenza : 2 ore e 15 minuti circa escluso soste

Aggiornato ad ottobre 2025

Galleria fotografica percorso

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