Castelveccana : Nasca - Cascata della Froda - S. Antonio

 


Raggiungiamo Castelveccana percorrendo la SP 69 e ci dirigiamo in P.za Municipio nella frazione di Nasca, lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito a fianco della fermata dell’autobus.


Di fronte sorge l’edificio dell’ex Municipio di Veccana.


Ci incamminiamo in Via Pasubio seguendo la segnaletica per “Nasca centro”.


Il borgo di Nasca si sviluppa lungo la principale Via Pasubio da cui dipartono vicoli chiusi in cui vale la pena addentrarsi per scoprire scorci suggestivi e caratteristici.

Dopo 70 mt alla nostra sx entriamo in vicolo degli Ulivi (1).


Usciti dal vicolo percorriamo 65 mt ed alla nostra dx entriamo nell’androne del civico 27, una diramazione della Via Pasubio (2) che conduce in Via Galilei e torna sulla SP 69.


Usciamo dall’ androne per tornare in Via Pasubio e dopo pochi passi alla nostra sx si apre il vicolo dei Fiori (3).


Ritorniamo in Via Pasubio e poco dopo alla nostra sx ecco vicolo del Ponticello (4) dove è situato il vecchio lavatoio.


Torniamo ancora in Via Pasubio dove possiamo ammirare la bella Chiesa dedicata a Maria SS Immacolata.


La chiesa risale al XVI secolo quando si hanno notizie di un edificio di culto dedicato a San Rocco sorto in tempo di peste, fu poi ricostruita per voto ancora una volta durante un’altra ondata di peste.

Successivamente nel 1733 iniziò un progetto di rifacimento integrale che terminò nel 1750 (la data è incisa sull’architrave in pietra del portale) e mutò intitolazione in quella attuale a Maria SS Immacolata. E’ costituita da un’unica navata con abside semicircolare abilmente decorata nel 1967 da Mario Bogani. La facciata scandita da lesene con capitelli ionici e cornici in pietra scura è ricca di decorazioni. L’ingresso architravato è affiancato da due nicchie in cui sono poste le statue di San Giuseppe col Bambino e di San Rocco : le statue furono donate nei primi anni del XX secolo dalla contessa Maineri che possedeva una grande villa nella località. Sopra il portale è collocato un bassorilievo raffigurante l’Annunciazione con l’Arcangelo Gabriele; nella sezione superiore si trova una vetrata policroma e un frontone triangolare.

Ancora pochi passi e di fronte al parcheggio diparte il vicolo dei Portoni (5).



Ritornati sulla via principale percorriamo 80 mt (ignorando la deviazione di Via della Circonvallazione) e a sx imbocchiamo il vicolo S. Giuseppe (6) di fronte alla cappelletta votiva della Madonna.




Ritornati sulla via principale, al civico 26 sorge l’ex “Casa Speroni” : se avete la fortuna di trovare il portone aperto potrete scorgere il suggestivo cortile e l’originale porticato decorato con murales dipinti negli anni ’30 rappresentanti stravaganti allegorie.


Poco oltre entriamo a sx in vicolo Castellazzo (7).


Usciti dal vicolo andiamo verso sx e dopo pochi metri possiamo intravedere l’edificio del “Castello” fatto costruire dal Conte Ceriani Maineri a fine ‘800 / inizio ‘900 : attualmente è in fase di ristrutturazione.



Torniamo indietro per 125 mt e questa volta andiamo a dx in Via della Circonvallazione : dapprima il percorso, che costeggia l’abitato, è su fondo erboso con bella vista sulle montagne per poi proseguire su asfalto nella parte finale e giungere al parcheggio di P.za Municipio.


Saliamo in auto e ci dirigiamo verso dx per 60 mt, superato il parcheggio troviamo la segnaletica per “Sarigo-S. Antonio”; saliamo quindi a dx su Via per Sarigo, all’incrocio andiamo a dx seguendo le indicazioni per “S. Antonio”.

Siamo ora sulla SP 7 : dopo 1 km in curva a dx c’è la segnaletica che ci indica il cammino per raggiungere la “Cascata della Froda”, lasciamo l’auto ben parcheggiata a bordo strada (i posti sono davvero limitati) ed imbocchiamo il sentiero 245 del CAI di Luino.




Il sentiero è immerso nella natura e segue il percorso “I strà di caver”, ad un certo punto si deve guadare il torrente Froda ma la presenza di grossi massi facilita l’attraversamento soprattutto in questo periodo visto che  il corso d’acqua è piuttosto in secca.


A metà del percorso una deviazione sulla sx conduce alla zona delle vecchie vasche dove un tempo si allevavano le trote ed il torrente compie un piccolo salto.


Continuiamo in salita sul sentiero principale facendo attenzione ad una deviazione verso sx dove è posto un grosso sasso con la scritta “Froda” : dobbiamo proseguire verso sx.

Dopo 1 km dalla partenza (circa 20 minuti a piedi) giungiamo ad un ponticello in metallo e successivamente al ponte in ferro che ci consente di arrivare alla meta.



Davanti a noi si apre lo spettacolare anfiteatro roccioso scavato nella roccia dalle acque del torrente Froda che nasce dal Cuvignone.

Una prima cascatella con una pozza, poi dobbiamo salire su una scala in ferro per arrivare al secondo salto e ad un’altra pozza : qui possiamo ammirare il bel salto della cascata alta circa 100 mt.



Volendo ci si può arrampicare sulle rocce per giungere alla base della cascata dove c’è una pozza di acqua cristallina più grande delle altre ma comunque molto bassa.


Purtroppo la portata della cascata nella stagione estiva non è copiosa ma lo scenario è davvero suggestivo e si può godere della frescura del luogo, per vederla nel suo massimo splendore occorre aspettare periodi molto piovosi.

Dopo aver ammirato il sito ed esserci riposati facciamo il percorso a ritroso e torniamo all’auto.

Continuiamo sulla SP 7 per circa 3 km fino a raggiungere la loc.tà S. Antonio : non c’è parcheggio per cui lasciamo l’auto a bordo strada ed imbocchiamo il sentiero sulla sx dove troviamo la segnaletica per la Chiesa di Sant’Antonio sul Monte.


La Chiesa orientata ad est ha pianta ad aula unica rettangolare, cappella maggiore quadrangolare e portichetto in facciata. All’interno è ben riconoscibile il nucleo originario della costruzione risalente all’XI secolo e corrispondente alle prime due campate davanti al presbiterio che sono coperte da volta a botte; la terza campata verso la facciata fu aggiunta nel corso del XII secolo ed ha anch’essa copertura a botte. Il presbiterio, ricostruito alla fine del XVI secolo, ha copertura con volte a crociera. Il campanile e la sacrestia si elevano sul lato meridionale presso l’abside. I semplici interni conservano il carattere rustico grazie alla pietra a vista.

Alla fine del XVIII secolo la Chiesa finì nel novero delle confische napoleoniche e venne messa all’asta : fu quindi acquistata nel 1810 dalla famiglia Bergonzoli che ne mantenne il possesso fino al 1993. La discendente Nerina Bergonzoli nel 1993 decise di donare l’edificio alla comunità della Parrocchia di Santa Maria Immacolata di Nasca.

Dal sagrato si gode di una spettacolare vista sul Lago Maggiore, le località costiere e le catene montuose.


La nostra escursione si conclude qui, ma il paese di Castelveccana offre numerose altre attrattive.

Da Nasca si può raggiungere un altro caratteristico borgo : la frazione di Sarigo che abbiamo descritto in un precedente post.

Un’altra bella escursione (di cui vi abbiamo parlato in un precedente post) si può effettuare raggiungendo la frazione di Caldè dove si può visitare il porto, salire alla Chiesa di S. Veronica e fare una bella passeggiata al Parco alle Fornaci.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le immagini dei luoghi visitati.

Aggiornato ad agosto 2022

Galleria fotografica percorso



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