Rasa : Villaggio Cagnola-Monte Legnone

 


Raggiungiamo Rasa (fraz. di Varese) percorrendo la SP 62 e ci dirigiamo al “Villaggio Cagnola”, di fronte all’ingresso principale è situato un parcheggio dove possiamo lasciare l’auto.


Attraversiamo la strada sulle strisce pedonali e ci ritroviamo davanti all’ingresso monumentale del complesso : l’accesso avviene tramite il cancelletto pedonale alla dx del cancello carraio.



Il primo nucleo del “Villaggio Cagnola” venne costruito alla fine della 1a Guerra Mondiale ed era costituito dalla Villa Padronale, la casa del custode, un rustico e l’articolato percorso panoramico disposto nella zona boschiva che sale verso la cima del Monte Legnone. Il complesso prende il nome da Sandro Cagnola, figlio del proprietario, e fu utilizzato a fini sociali fino alla donazione al Comune di Milano avvenuta nel 1938. Nel 1949 il complesso venne arricchito da ulteriori fabbricati destinati all’ospitalità di ragazzi in difficoltà : fu attivata anche una scuola-laboratorio dove oltre all’insegnamento tradizionale c’era spazio per lavori manuali di falegnameria, agricoltura e meccanica. Negli anni settanta iniziò un graduale abbandono fino all’acquisizione dell’intera area da parte del Parco Regionale “Campo dei Fiori” nel 2003.

Ci incamminiamo in salita e svoltiamo verso sx come indicato dalla segnaletica “Monte Legnone-Passo Varrò-Ai sentieri 304/305”.


Percorsi 190 mt perveniamo al “Tempietto” (4) in stile neoclassico, di forma circolare con cinque eleganti colonne in stile ionico : in alto campeggia la scritta in latino “Victoriae dicatum”.


Sul lato dx del “Tempietto” si può scendere per vedere gli edifici della ex Scuola “Sandro Cagnola” oggi in stato di abbandono.

Poco oltre il “Tempietto” troviamo la segnaletica ed un ampio spiazzo dotato di pannello informativo da cui si può raggiungere il BioLab recentemente inaugurato e la zona bassa del Parco.


All’interno del BioLab la nuova sala polifunzionale “Paolo Bertini” ospita un piccolo museo con tre pannelli illustrativi dedicati alla geologia.

Noi invece continuiamo a salire e dopo circa 250 mt imbocchiamo la salita a dx lasciando il tracciato principale.


Questa deviazione ci conduce su un percorso da cui si godono ameni scorci sul sottostante abitato della Rasa e sulle antiche fornaci della Riana dove un tempo si lavorava la calce.


Dopo 230 mt raggiungiamo un punto molto panoramico dove è situato il Monumento del “Vittorioso” (5) qui posizionato in onore dei caduti e mutilati della Rasa nella Grande Guerra e del figlio di Albino Cagnola morto durante la 1a Guerra Mondiale.


L’enorme statua in bronzo (realizzata da Ernesto Bazzaro) raffigura un guerriero seduto in contemplazione, munito di scudo con incise le parole “Fide MCMXVIII” e con il volto rivolto verso valle; il guerriero è seduto su un grande trono racchiuso in una sorta di cappella semicircolare.

Da questo luogo la vista spazia sulla frazione della Rasa, sulla Motta Rossa, sui Monti Martica e Chiusarella.




Imbocchiamo quindi il sentierino fra le rocce alla nostra sx (Via Breve Monte Legnone) e continuiamo per altri 180 mt fino a tornare sul tracciato principale.


Il nostro cammino è accompagnato da scorci panoramici sull’abitato della Rasa fino a giungere, dopo circa 900 mt, al “Rifugio” (6). Questo edificio, ormai abbandonato, è stato costruito come approdo nel punto più esposto del Monte Legnone.


Qui un’ampia spianata ci regala una vista panoramica mozzafiato :  si distinguono nitidamente le cime della Martica e della Chiusarella, l’abitato della Rasa, il massiccio del Campo dei Fiori e più in lontananza Varese e la Pianura Padana; guardando verso nord in primo piano l’abitato di Brinzio, la Valcuvia e più distanti la Valtravaglia con Luino ed il Lago Maggiore, la sponda piemontese e le Alpi.



Al termine della radura, verso sx, ritroviamo la segnaletica “Monte Legnone-Passo Varrò-Ai sentieri 304/305” : proseguiamo quindi fino a raggiungere un punto più alto dove la visuale è ancora più suggestiva.




Volendo si può proseguire fino alla vetta del Monte Legnone (a quota 867 mt) per poi raggiungere il Passo Varrò ed i sentieri 304 e 305 fino al paese di Brinzio : percorso che abbiamo descritto in un precedente post.

Dopo aver ammirato il panorama ritorniamo al “Rifugio” e quindi facciamo il percorso a ritroso per raggiungere di nuovo il Parco sottostante : questa volta evitiamo la deviazione per il Monumento e rimaniamo sempre sul tracciato principale.


Giunti allo spiazzo del “Tempietto” andiamo verso sx e dopo 120 mt raggiungiamo la “Parete di Roccia” e l’Area Umida (3).

La “Parete di Roccia” (Falesia calcarea), alta circa 20 mt, si è originata in seguito alle attività di escavazione  per ottenere materiale roccioso e calce. Le attività di cava si sono concluse agli inizi del 1900.


L’Area Umida alla base della falesia si è formata grazie alla presenza di alcune sorgenti e di un substrato impermeabile che facilita il ristagno d’acqua, queste caratteristiche hanno favorito nel corso degli ultimi decenni lo sviluppo di una vegetazione tipica degli ambienti umidi.


Continuando sul percorso si incontrano i resti di una antica “Fornace” (2) probabilmente risalente ai primissimi anni del 1900.


Proseguendo si giunge quindi alla “Villa Padronale” (1).

La Villa fu costruita da Albino Cagnola sui ruderi di una vecchia fornace acquistata nel 1901/1903; il fabbricato e tutta l’area circostante sono stati acquistati dal Parco Regionale “Campo dei Fiori” nel 2003 grazie a fondi della Regione Lombardia, successivamente con l’aggiunta di fondi della Fondazione Cariplo è stato possibile eseguire i primi interventi di recupero e restauro della Villa.


Procediamo ora in direzione dell’ingresso monumentale del complesso ed andiamo verso l’area verde che fiancheggia la SP 62 : qui scorre il fiume Olona di cui si può vedere la “Sorgente” (7).




All’interno del pozzo circolare rivestito in pietra, scendendo alcuni gradini, scorre un filo sottile e trasparente di acqua che è il primo tratto di scorrimento del fiume Olona. La sua origine risale al periodo precedente il 1915, quando Albino Cagnola acquista la zona di terreno paludoso che dall’ingresso si espande verso l’abitato della Rasa; avvalendosi della manodopera di gente del luogo bonifica il sito convogliando le acque sparse provenienti anche dalle pendici di altri versanti, costruendo con detriti pietrosi della fornace una corona di pozzo dalla linea architettonica semplice entro la quale incanala le varie polle della sorgente. Sulla lapide in marmo rosa, apposta sul fronte del pozzo, è incisa una frase in latino che tradotta in italiano recita “I fratelli Amedeo e Albino Cagnola rivestirono con terra fertile la sorgente del fiume Olona, sottratta alla palude, che sgorga sotto questo cunicolo. Anno di pace 1919”. Le sorgenti dell’Olona sono tre nella zona della Rasa e tre in Valganna e danno origine a due rami che si uniscono nella Valle di Bregazzana per poi attraversare tutta la Valle Olona entrando sotterraneo in Milano e quindi sfociare nel Po presso San Zenone.

Giriamo curiosando in questa zona per poi tornare al parcheggio e fare rientro a casa.



Il “Villaggio Cagnola” ospita al suo interno diverse realtà : è sede delle Guardie Ecologiche Volontarie e del Consorzio Castanicoltori di Orino-Brinzio-Castello Cabiaglio; inoltre vi si trova un percorso di Orienteering, una scuola di Mountain-Bike e l’Adventure Park. Purtroppo a causa del maltempo di qualche anno fa l’Adventure Park è chiuso in attesa dei lavori di messa in sicurezza.


Un’interessante escursione per conoscere meglio la Rasa e la sua storia parte da Brinzio : l’abbiamo descritta in un precedente post.

Il percorso è adatto a tutti e di facile percorrenza, il dislivello è di circa 300 mt.

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le immagini dei luoghi visitati.

Lunghezza percorso : circa 4 km esclusa la visita al Parco

Tempo di percorrenza : 1 ora e 15 minuti circa esclusa la visita al Parco

Aggiornato a novembre 2022

Galleria fotografica percorso




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