Angera : il Museo Diffuso

 


Quello che vi descriviamo oggi è un itinerario che ci porta a visitare le tappe del Museo Diffuso situate nel centro storico di Angera. Il Museo Diffuso nasce nel 2016 come progetto del Comune di Angera per far conoscere il patrimonio locale e le innumerevoli bellezze della città : ad oggi il Museo Diffuso include 57 siti storici, paesaggistici ed artistici tra cui le opere di Andrea Ravo Mattoni artista di fama internazionale. Ogni tappa è dotata di cartellonistica in italiano ed inglese con didascalia che descrive la peculiarità del sito.

Il numero tra parentesi a fianco del sito nella descrizione del nostro percorso rappresenta la numerazione nella mappa del  Museo Diffuso.

Raggiungiamo Angera e ci dirigiamo all’Imbarcadero dove possiamo lasciare l’auto nel parcheggio adiacente.


L’attuale imbarcadero dove attraccano i battelli della Navigazione Lago Maggiore fu costruito nel 1913.

Usciti dal parcheggio andiamo a sx in Via Pietro Martire, dopo 100 mt imbocchiamo a dx la Via Ondoli : sul lato dx della strada troviamo l’ingresso per le carrozze di “Casa Greppi” (12). L’edificio, sorto alla fine dell’Ottocento, fu residenza di Antonio Greppi, uomo politico, scrittore e sindaco di Milano dal 1945 al 1951; al figlio Mario martire della liberazione è intitolata l’antica Strada di Mezzo ora Via Mario Greppi.


Poco oltre è ubicato l’edificio della “Causa Pia Carlo Ondoli” (41) : fu destinato ad Ospedale per i poveri grazie al lascito della casa di Carlo Ondoli, imprenditore benemerito. I lavori per la sistemazione della Casa Ondoli iniziarono nel 1887 ed il piccolo ospedale rimase in funzione dal 1889 fino al 1914 quando venne inaugurato il nuovo ospedale sito in Via Bordini. Attualmente l’edificio è di proprietà privata.


Percorsi 165 mt entriamo a dx in Via Merzagora detta “Contrada d’Amore o Via da ‘Muu” (42), antica via del quartiere dei pescatori dove gli angeresi erano soliti scambiarsi promesse d’amore eterno.


Al termine della viuzza, posizionata in una nicchia in alto sull’edificio di sx, possiamo ammirare un’opera di Andrea Ravo Mattoni.

Percorriamo a ritroso Via Merzagora e ci dirigiamo a dx in Via Mario Greppi (5) : l’antica Strada di Mezzo ora intitolata a Mario Greppi, martire della liberazione fucilato nel 1945, corre in parallelo al lungolago ed attraversa il nucleo storico di Angera, corrisponde alla primitiva Mediolanum Verbannus strada che univa Milano con il Lago Maggiore in epoca romana. Lungo questa via si trovano importanti edifici che raccontano la storia locale.

Dopo 150 mt, al civico 110 di Via Mario Greppi, perveniamo al complesso di “Villa Palletta, Scavarda, Bordini” (10) situato al quadrivio denominato “Carrobbio”. L’elegante residenza signorile fu costruita nel 1854 su un precedente edificio. La Villa è arricchita da un bellissimo giardino storico con piante secolari e da una limonaia di epoca neoclassica. A sinistra dell’ingresso si trova l’oratorio privato dell’Annunciata realizzato nel 1791.


Fatti pochi passi imbocchiamo a dx Via Paletta, su un muro alla nostra dx troviamo il cartello della tappa (43) : entriamo quindi nel vicolo che ci conduce nella caratteristica “Corte dei Cardana”. Su una parete al primo piano si può notare una scritta che testimonia la presenza del “13° Battaglione Cecoslovacco” di stanza ad Angera tra gennaio e giugno del 1919 che combattè al fianco delle truppe italiane durante la 1a Guerra Mondiale. La scritta intorno allo stemma recita : “Salve - Lunga vita alla Repubblica Cecoslovacca 13° Battaglione, Terza Compagnia, anno 1919”.



Usciti dalla Corte torniamo in Via Paletta dove alla nostra dx sulla parete di un edificio possiamo ammirare un’altra opera di Andrea Ravo Mattoni : il ritratto di Sant’Antonio Abate (52). Vi è raffigurato il volto del Santo, l’originale è di proprietà della Parrocchia e non è accessibile al pubblico, è stato realizzato nel 2019 su tela in pvc con bombolette spray.


Uscendo da Via Paletta perveniamo in P.za Garibaldi, attraversiamo la strada sulle strisce pedonali e ci dirigiamo verso dx lungo il viale alberato per raggiungere il “Porto Austriaco” (18).  Esso venne costruito per scopi commerciali durante la dominazione asburgica per consentire anche l’attracco dei primi battelli a vapore, la struttura risale al 1819 ed è caratterizzata da possenti murature in granito. Nel 1826 sul Lago Maggiore venne inaugurato un servizio di navigazione che interessava soltanto il Piemonte e la Svizzera, successivamente gli austriaci aderirono all’accordo consentendo ai battelli di fare sosta anche ad Angera.


Attraversiamo di nuovo sulle strisce pedonali e di fronte a noi si erge il “Santuario della Madonna dei Miracoli o della Riva” (17) con a fianco una piccola aiuola dove è posizionata la statuetta di Sant’Arialdo. La costruzione del Santuario iniziò nel 1662 a seguito di un miracolo avvenuto il 27 giugno 1657 : si dice che in quel giorno l’immagine del dipinto “Madonna che allatta il Bambino Gesù”, posta all’interno di un capitello votivo, lacrimò sangue. Il progetto, voluto dal parroco Giorgio Castiglioni e dal Conte Giovanni Borromeo, fu affidato all’architetto Gerolamo Quadrio. Nel 1667 erano stati completati solo il coro ed il presbiterio, la mancanza di fondi impedì il completamento della Chiesa che rimase pertanto sproporzionata. Nel 1735 sul lato posteriore venne edificato il piccolo campanile. La facciata venne ristrutturata nel 1943 con un apparato murario, opera dell’architetto Rino Ferrini di Angera, su cui furono incisi i livelli delle piene del Lago Maggiore del 4 ottobre 1868 e del 4 novembre 1705. La vetrata sopra l’ingresso è stata realizzata nel 1957 dal Prof. Bertuzzi di Milano e mostra l’Assunzione della Vergine ed il paesaggio angerese. L’interno fu ristrutturato nel 1980-81 a cura dell’architetto Vincenti di Milano.


Ritorniamo in P.za Garibaldi dove sorge il “Palazzo Borromeo” (20) risalente al XIX secolo. E’ una costruzione di stile neoclassico dalle forme sobrie ed eleganti : il corpo centrale è arricchito da un timpano triangolare ed al piano nobile corre una lunga balconata sorretta da teste di leone. Sulla facciata una lapide collocata nel 1882 dalla locale Società Operaia ricorda che in questa dimora soggiornò Garibaldi nel giugno del 1862. All’interno è posto un elegante cortile in cui la pietra di Angera domina forme e colori.


Continuiamo verso sx, tralasciamo l’incrocio con Via Paletta e dopo 65 mt saliamo a sx su Via Visconti, alla nostra sx al civico 8, troviamo la “Casa del Capitano” (22) risalente al XIV-XV secolo. L’edificio presenta resti di strutture tardo medioevali tra cui la bifora e lo stemma visconteo; si ipotizza che fosse la residenza del Capitano del Lago (figura politica dell’amministrazione locale istituita ad Angera dal 1397).


Alla fine di Via Visconti proseguiamo verso dx in Via Mario Greppi (5) per 50 mt dove troviamo il cartello che ci indica che qui sorgeva il “Convento di Santa Teresa” (9). Esso fu fondato nel 1727 e soppresso nel 1782, fu abitato dalle monache dell’ordine delle Carmelitane Scalze.

Scendiamo ora a dx in Via Cavour, al termine della viuzza su una parete del Palazzo Comunale, alla nostra sx è posizionata un’altra opera di Andrea Ravo Mattoni : “La Scapiliata” (51). Tratto da un dipinto di Leonardo da Vinci è stato realizzato nel 2019 in occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario dalla sua morte : è stato dipinto su tela in pvc con bombolette spray.


Proseguiamo in P.za Garibaldi verso sx dove sorge il “Palazzo Comunale” (23) : costruito nel 1893 come edificio scolastico, dagli anni Sessanta ospita gli uffici comunali. La facciata conserva alcune delle più prestigiose memorie locali. Una lapide venne dedicata nel 1899 a Giuseppe Ferrari (politico ed insigne pensatore) e a Felice Cavallotti (grande cittadino e difensore ardente della moralità politica). Il 26 agosto 1945 gli angeresi decisero di ricordare anche in questo luogo i loro martiri della Guerra di Liberazione : Arturo Merzagora, Mario Greppi e Achille Piazzi; successivamente il 25 aprile 2015 venne aggiunto anche il nome del caduto Dalla Costa. Nel 1927 fu collocata la stele dedicata ad Alessandro Volta che nel golfo di Angera il 4 novembre 1776 rinvenne il gas infiammabile delle paludi.


Poco oltre si può ammirare una bellissima “Villa Liberty” (25) dell’inizio del Novecento : notevoli elementi decorativi sono la torretta, le pitture floreali e gli affreschi delle sale interne.


Continuiamo fino al termine della Piazza per poi salire a sx in Via Marconi dove è situato il “Palazzo del Pretorio ed il Civico Museo Archeologico” (1), un edificio quattrocentesco a cui si accede tramite un portale ad arco acuto in pietra d’Angera. Il lato nord del cortiletto è ornato da u porticato sorretto da colonne in pietra d’Angera con capitelli scudati e fogliati. Nel Settecento vi era la sede del Pretorio che successivamente nell’Ottocento divenne Pretura. Ai primi del Novecento fu sede del Municipio, dal 1982 il Palazzo ospita al primo piano il “Civico Museo Archeologico” dove sono raccolte preziose testimonianze sulle origini e sulla storia di Angera. Dal 2012 il portico ospita il lapidario ed al piano terra è situata la Sala Multifunzionale del Museo adibita a conferenze, laboratori didattici ed esposizioni temporanee.




Andiamo ora a sx in Via Mario Greppi (5) e dopo 65 mt alla nostra dx arriviamo ad una piazzetta dove è situato il magnifico murale “Il fanciullo di Angera” (44). La riproduzione con la tecnica dei colori spray si rifà al dipinto di Caravaggio “Il fanciullo con canestra di frutta”, è stata realizzata dall’artista Andrea Ravo Mattoni in occasione del Settembre Angerese nell’ambito del suo progetto “Una pinacoteca a cielo aperto” ed è stata inaugurata il 24 settembre 2016.


Sulla piazzetta si affaccia l’edificio che fu sede della “Società Anonima Maglificio Angerese” (6) fondata nel 1894 da Teresina Piona e Amalia Forni e che costituì una importante risorsa economica per gli abitanti del paese fino ai primi anni Cinquanta. Restaurata ed adibita ad uso commerciale e residenziale costituisce un bell’esempio di archeologia industriale in stile decò.


Poco oltre, sempre a dx, troviamo “Casa Forni” (8) : l’edificio è riconoscibile grazie all’affresco cinquecentesco che ingentilisce una delle finestre della facciata recentemente restaurata. Nel corso di una ristrutturazione edilizia, avviata nel 1995, in una sala al primo piano della casa sono tornati alla luce affreschi di notevole fattura risalenti alla fine del Quattrocento - inizi del Cinquecento. L’edificio doveva appartenere ad un personaggio importante della Corte Viscontea, attualmente è privato e non visitabile.


Nelle vicinanze un’altra opera di Andrea Ravo Mattoni : “Ludovico il Moro” (56) realizzato nel 2019 su tela in pvc dipinta con bombolette spray. Il dipinto rappresenta un particolare dell’affresco di “Casa Forni” raffigurante il ritratto con armatura di Ludovico Maria Sforza detto il Moro all’interno di una ghirlanda, l’affresco è stata recentemente riscoperto e restaurato in occasione di lavori di ristrutturazione all’interno del fabbricato.

Proseguiamo in Via Mario Greppi (5) per altri 100 mt ed andiamo a dx in Via Rocca dove, alla nostra sx, è posizionata un’altra opera di Andrea Ravo Mattoni : un particolare dal ciclo di affreschi della “Sala di Giustizia” (53) della Rocca di Angera. Il dipinto ritrae Napo Torriani che implora la pietà del vescovo Ottone Visconti ed è stato realizzato nel 2019 su tela in pvc con bombolette spray.


Dopo un centinaio di mt all’angolo di Via Achille Piazzi (giovane partigiano fucilato nel 1944) ecco ancora un lavoro di Andrea Ravo Mattoni : il ritratto di Santa Liberata (54). Vi è raffigurato il volto della Santa, l’originale è di proprietà della Parrocchia e non è accessibile al pubblico; è stato realizzato nel 2019 su tela in pvc con bombolette spray.

Continuando a dx in Via Piazzi alla nostra sx si ergono “I Barbacani” (7) : muro in pietra facente parte di una struttura difensiva medioevale che serviva come opera di sostegno di una cinta muraria. Attualmente i Barbacani delimitano la proprietà di Michele De Lucchi, architetto e designer di fama internazionale.


Percorriamo ancora 200 mt in Via Piazzi fino a giungere all’incrocio con V.le Monte Rosa dove sorge la “Cappella della Pace” (49) edificata nel 1961 in sostituzione di quella più antica documentata dal 1579. Il dipinto collocato al suo interno rappresenta la Madonna seduta con in braccio Gesù Bambino.


Andiamo a dx in Via Madonnina per 120 mt per poi girare a dx in Via Cadorna, dopo 150 mt perveniamo in Via Diaz.

Di fronte a noi appare l’edificio dell’ “Ex Convento di Santa Caterina” (4) di cui oggi rimangono solo le linee architettoniche esterne e qualche testimonianza all’interno, attualmente è adibito ad abitazione privata. L’ex convento di Santa Caterina Martire e Vergine sorse nel XIV secolo come ospedale annesso alla Chiesa omonima, nel 1847 fu convertito in convento con vicende alterne fino alla chiusura definitiva nel 1770. Nei pressi del convento sorgeva la “Porta di Santa Caterina” che consentiva l’accesso alla città, il monumento fu abbattuto nel 1913 per consentire il passaggio della tramvia.


Proseguiamo verso dx per 80 mt e raggiungiamo Piazza Parrocchiale, saliamo verso dx (fiancheggiando la Farmacia) e poi sempre a dx per raggiungere l’Oratorio S. Filippo Neri e successivamente l’antica “Chiesa dedicata a Sant’Alessandro, Sisinnio e Martirio” (3).


La chiesa è dedicata a Sisinnio, Martirio e Alessandro chierici e martiri provenienti dalla Cappadocia inviati dal vescovo di Milano Ambrogio alla fine del IV secolo ad evangelizzare la Val di Non, in Trentino. L’edificio attuale è frutto di un recupero edilizio avvenuto tra il 1580 e il 1585 su strutture  risalenti all'epoca alto medioevale. Quella che anticamente era considerata la “chiesa maggiore” di Angera, fu costruita quasi certamente su un precedente edificio paleocristiano. Sopra il portone d’ingresso vi è una formella a bassorilievo su cui è rappresentato un ostensorio. L’oggetto è il simbolo della Confraternita del Santissimo Sacramento che ad Angera stabilì in questa chiesa la propria sede spirituale fino al Dopoguerra. L’interno, a una sola navata, è dominato dall’altare maggiore sopra il quale è collocata una pala dipinta da Francesco Lampugnani, la tela rappresenta la Crocifissione : tra i Santi Alessandro, Martirio e Sisinnio, San Francesco e due confratelli del Santissimo Sacramento. L’opera realizzata verso il 1630 è inserita in una struttura scolpita in legno di grande pregio risalente al XVII secolo. L’altare è completato da un paliotto in scagliola finemente decorato e datato 1669. Nella decorazione predominano gli stucchi decorativi, barocchi, con putti e angeli. La volta del presbiterio è riccamente affrescata da un artista anonimo. Sulla parete di destra vi è un dipinto anonimo di pregevole fattura, datato al XVII secolo, che raffigura la Raccolta della manna. La parete di sinistra è decorata ad affreschi tra cui si segnala la “Gloria dell’immagine di Maria e Santi”, risalente ai primi anni del Settecento. Di notevole fattura l’antico campanile, che nella parte inferiore presenta elementi di epoca romanica.

Torniamo in Piazza dove sorge la “Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta” (2).


L’edificio sorse sulla necropoli paleocristiana. E’ attestato a partire dal XIV secolo ed è stato arricchito da pregevoli arredi e affreschi nel corso dei secoli successivi. La pietra d’Angera, che caratterizza i principali monumenti angeresi, domina coi suoi colori chiari anche nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta. L’attuale edificio è sorto su una precedente chiesa dedicata a Santa Maria e già esistente nel XIV secolo. La facciata odierna è frutto di un rifacimento dell’inizio del Novecento dell’architetto Cesare Nava. Sopra l’ingresso, vi è una lunetta affrescata con l’assunzione della Vergine, ritenuta del Morazzone (pittore italiano 1573-1616). L’interno, a tre navate, è stato completamente affrescato e ristrutturato a inizio Novecento da Enrico ed Edoardo Volonterio. Vicino all'ingresso, nella navata sinistra, vi è l’antico battistero, opera del 1768 di Mastro Antonio Merzagora di Angera. Ai lati spiccano due statue in pietra d’Angera che la tradizione ritiene raffigurino San Pietro e San Paolo. Una delle due è ormai molto frammentaria. Recenti studi le collocano all'inizio del XVI secolo insieme alla statua femminile in preghiera ospitata presso il Museo Archeologico. Nella navata di destra, nella cappella dedicata alla Madonna Addolorata, è collocata una statua della Madonna dei Sette Dolori in legno risalente al periodo rinascimentale e proveniente dall'ex Convento di Santa Caterina. Vicino all’altare spicca un pulpito ligneo realizzato nel 1688 da Giovan Battista Besozzi. Le pregevoli decorazioni intagliate raffigurano tre episodi della vita di Maria: la Natività, la Dormizione e l’Assunzione. Lo stesso intagliatore realizzò anche il coro, un arredo notevole della parrocchiale, visibile nella zona absidale. Le pareti dell’abside presentano un ciclo pittorico realizzato a inizio Novecento da monsignor Polvara, della Scuola del Beato Angelico. Una recente opera di pregio è l’altare realizzato negli anni Novanta su progetto dell’architetto Michele De Lucchi. L’antica sagrestia conserva una piccola cappa appartenuta a San Carlo donata alla comunità angerese dall’altro cardinale della famiglia Borromeo, il cugino Federico.

Dalla Piazza Parrocchiale andiamo a dx in Via Mario Greppi (5) per pochi metri per poi scendere a sx in Via Marconi e tornare in Piazza Garibaldi.

Attraversiamo sulle strisce pedonali e percorriamo il bel viale alberato che fiancheggia il “Pratone” prospiciente il Lago Maggiore.

Superato il “Porto Austriaco” (18) continuiamo la camminata fiancheggiati dai “Tigli dei Pescatori” (16), alberi ormai quasi secolari cui i pescatori di Angera erano soliti appendere le reti per farle asciugare al sole.


Si giunge infine in P.le della Vittoria dove è situato il “Monumento ai Caduti” (15).


Il Monumento costruito in granito rappresenta un Fante di vedetta. La scultura fu realizzata dall’artista torinese Giacomo Giorgis ed il monumento fu terminato il 20 settembre 1922 : esso costituisce memoria degli 83 angeresi che perirono nella 1a Guerra Mondiale, in seguito furono aggiunti anche i nomi dei caduti nella 2a Guerra Mondiale.

Raggiungiamo il vicino parcheggio per fare rientro a casa.


Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le foto dei luoghi visitati.

Aggiornato ad aprile 2023

Galleria fotografica percorso

Altre tappe del Museo diffuso si trovano nelle frazioni di Capronno e Barzola che abbiamo descritto nel post : Sentiero “Lungo un filo di seta”.

Un’altra interessante escursione che attraversa i Comuni di Ranco ed Angera è costituita dall’Anello di San Quirico (VVL-N1) che abbiamo percorso nell’ottobre del 2020.

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