Angera : Oasi della Bruschera - Lungolago - Spiagge
L’itinerario di oggi ci porterà alla scoperta dei luoghi più
naturalistici della città di Angera : l’Oasi della Bruschera ed il Lungolago
fino a raggiungere le spiagge comunali. Anche queste tappe fanno parte del Museo
Diffuso nato nel 2016 come progetto del Comune di Angera per far conoscere il
patrimonio locale e le innumerevoli bellezze della città.
Ogni tappa è dotata di cartellonistica in italiano ed inglese con
didascalia che descrive la peculiarità del sito.
Il numero tra parentesi a fianco del sito nella descrizione del nostro
percorso rappresenta la numerazione nella mappa del Museo Diffuso.
Raggiungiamo Angera e ci dirigiamo in Via Arena dove è situata la Scuola dell’Infanzia “Vedani”, di fronte troviamo un ampio parcheggio gratuito.
Lasciata l’auto ci incamminiamo verso sx dove troviamo la
cartellonistica dell’Oasi della Bruschera (32), invece di percorrere lo stretto
sentierino al di là della sbarra (Ingresso nord Palude Bruschera) noi seguiamo
la segnaletica del Sentiero n. 613 A/D “Campaccino-Kapannone dei Libri”
fiancheggiando il fabbricato dell’acquedotto alla nostra sx.
Perveniamo ad una sbarra oltre la quale troviamo una bacheca informativa sulla “Palude Bruschera” : siamo nel Parco della Magnesia, un’ampia zona verde in cui si può sostare e godersi l’aria aperta.
Proseguendo sul tracciato si incontra lo stagno didattico ed una piattaforma in cemento sovrastata da una tettoia.
Continuiamo seguendo la puntuale segnaletica del Sentiero n. 613 in direzione “Oasi della Bruschera-Bruschera”.
Il tragitto prosegue costeggiando il lago con scorci panoramici di incomparabile bellezza su Angera e la sua Rocca oltre all’Isolino Partegora raggiungibile solo in barca.
L’Isolino Partegora (19), coperto solo da pioppi e circondato da canne palustri, sorge al centro del piccolo golfo anticamente detto “gora”. Un tempo era chiamato Isolino Crivelli dal nome dell’allora proprietario, il conte Crivelli. Nel 1945 il Comm. Attilio Brovelli lo donò all’Amministrazione comunale in memoria dei figli caduti in guerra. Sul lato orientale un’edicola a tempietto in granito rosa riporta lo stemma dei Crivelli e due lapidi ricordano la donazione Brovelli e i figli caduti in guerra e l’altra il martirio di Sant’Arialdo. Un’altra epigrafe reca la seguente scritta: “O viandante che ti soffermi a ristorarti le membra nella quiete amena di questo isolino, rispetta questa terra bagnata dal sangue di un martire”. La tradizione riporta che il 28 Giugno 1066 sia stato qui martirizzato il diacono Sant’Arialdo, fondatore del movimento religioso della pataria. Il martirio fu eseguito dagli uomini di Oliva, che abitava nella Rocca arcivescovile di Angera in quanto nipote dell’Arcivescovo di Milano Guido da Velate. Le spoglie del Santo si trovano attualmente nel Duomo di Milano.
La zona umida della Bruschera, riconosciuta sito della rete europea Natura 2000 (Zona Speciale di Conservazione ZSC “Palude Bruschera” e Zona di protezione Speciale ZPS “Canneti del lago Maggiore”), si estende per circa 164 ettari sulle sponde lombarde del Lago Maggiore e rappresenta uno degli ultimi lembi di foresta allagata della Lombardia. L’area protetta, in gestione alla Provincia di Varese, è caratterizzata da un mosaico di ambienti diversi. Percorrendo il biotipo umido da nord verso sud, si incontrano diversi ecosistemi. La parte settentrionale dell’area è la più umida e qui sono localizzate le formazioni boschive a dominanza di Ontano Nero, un sistema di risorgive, prati umidi, stagni, estesi saliceti a Salice Cenerino, frammisti a formazioni erbacee igrofile rappresentate da canneti e in subordine da cariceti; la presenza di una lanca nel settore nord-occidentale arricchisce il quadro vegetazionale con formazioni tipiche delle acque lentiche (acque ferme), quali ad esempio i lamineti a dominanza di Ninfea Bianca. La parte centro-meridionale risulta invece caratterizzata da un bosco a latifoglie mesofile con dominanza di querce, in cui si inseriscono piccoli appezzamenti agricoli. Le formazioni erbacee, ubicate nelle zone più marginali (settore orientale), sono classificabili come prati stabili a moderato grado di igrofilia e grande ricchezza floristica. La palude costituisce un rifugio per la fauna acquatica, per uccelli migratori, anfibi, rettili e piccoli mammiferi. Qui nidificano diverse specie animali tra cui aironi, folaghe, svassi, gallinelle d’acqua. E’ possibile avvistare il nibbio bruno, il falco di palude, il lodolaio, ma anche la nitticora, il porciglione e altri uccelli più o meno rari. I mammiferi più comuni sono la volpe, lo scoiattolo, il ghiro, il toporagno e il tasso.In un punto non ben identificato dell’area naturalistica, tra la palude e il lago, nel 1776 durante una gita in barca, lo scienziato Alessandro Volta, scoprì l'aria infiammabile nativa delle paludi, che altro non è che il metano.
Perveniamo successivamente in una zona prativa dove sorge il Capanno
per il Birdwatching, qui andiamo a sx dello stesso seguendo la segnaletica del
Sentiero n. 613 in direzione “Bruschera” fino a pervenire in Via Bruschera dove
è situato l’accesso all’Oasi dalla loc.tà Bruschera di Angera.
Proseguiamo su Via Bruschera verso sx e dopo 50 mt troviamo un altro accesso all’Oasi (Sentiero n. 613 C) che ignoriamo, dopo circa 300 mt perveniamo ad un incrocio che per il momento tralasciamo proseguendo sempre su Via Bruschera, in uno spiazzo è situata una bella edicola votiva Mariana.
Poco oltre si erge la Chiesa della Bruschera dedicata alla Sacra Famiglia (35), costruita nella frazione Bruschera di Angera nel 1952.
Ritorniamo ora all’incrocio e prendiamo Via Campaccino che dopo 440 mt si raccorda con la Pista Ciclopedonale, continuiamo su di essa per 560 mt fino a raggiungere di nuovo il parcheggio di Via Arena.
Ora ci dirigiamo verso il centro di Angera imboccando alla nostra sx la Via Sandro Pertini, poi Via Soldani e successivamente V.le Ungheria.
Giungiamo così nell’ampio slargo dove sono situate le colonne delle
fontanelle, attraversiamo sulle strisce pedonali ed entriamo nel bel viale
alberato “Allea” (21) che costeggia i caratteristici “Pratoni di Angera”
prospicienti il Lago Maggiore.
Il Lungolago meridionale di Angera è frutto di un progetto
ottocentecesco , la riva fu riempita e vennero così creati i “Pratoni” che conferiscono
ad Angera un aspetto unico : vi si svolgono feste, concerti ed eventi sportivi
oltre ad essere frequentati per momenti di svago e di relax in riva al lago.
Nel 1820 venne anche realizzato il viale pedonale che contava
all’epoca tre file di ippocastani ridotte a due nel 1914 quando fu realizzata
la linea tramviaria Angera-Varese, oggi dismessa. L’ Allea ospita tutti i
giovedì mattina il mercato.
Proseguiamo fino a raggiungere il “Porto Austriaco” (18). Esso venne
costruito per scopi commerciali durante la dominazione asburgica per consentire
anche l’attracco dei primi battelli a vapore, la struttura risale al 1819 ed è
caratterizzata da possenti murature in granito. Nel 1826 sul Lago Maggiore
venne inaugurato un servizio di navigazione che interessava soltanto il
Piemonte e la Svizzera, successivamente gli austriaci aderirono all’accordo
consentendo ai battelli di fare sosta anche ad Angera.
Continuiamo la camminata fiancheggiati dai “Tigli dei Pescatori” (16), alberi ormai quasi secolari cui i pescatori di Angera erano soliti appendere le reti per farle asciugare al sole.
Giungiamo infine in P.le della Vittoria dove è situato il “Monumento ai Caduti” (15).
Il Monumento costruito in granito rappresenta un Fante di vedetta. La
scultura fu realizzata dall’artista torinese Giacomo Giorgis ed il monumento fu
terminato il 20 settembre 1922 : esso costituisce memoria degli 83 angeresi che
perirono nella 1a Guerra Mondiale, in seguito furono aggiunti anche i nomi dei
caduti nella 2a Guerra Mondiale.
Qui è ubicato anche l’imbarcadero, costruito nel 1913, dove attraccano
i battelli della Navigazione Lago Maggiore.
Superato l’imbarcadero continuiamo la passeggiata sul Lungolago dove possiamo ammirare il suggestivo “Giardino Impressionista” inaugurato il 22 maggio 2022.
Il “Giardino fiorito del Lungolago” è nato dalle sementi di Castelluccio di Norcia, località a cui Angera è legata fino dai tempi del terremoto. Questa oasi sostenibile, con fioriture che si alternano nelle varie stagioni, crea un luogo utile agli insetti impollinatori anche grazie alle casette a loro riservate costruite in legno e arricchite con materiale organico per garantire ripari sicuri in cui nidificare.
Dal Lungolago si può accedere alla prima Spiaggia Comunale che è
balneabile.
Proseguendo sul Lungolago troviamo una interessante cartellonistica che ci indica tutto quello che si può scorgere sull’opposta sponda piemontese.
Al termine della passeggiata del Lungolago troviamo l’accesso alle
altre due spiagge comunali : “La Noce” e “La Nocciola” (14).
Negli ultimi anni le acque di Angera hanno sempre registrato qualità eccellente e le spiagge libere sono quindi balneabili.
Consigliamo di percorrere la spiaggia in tutta la sua interezza, sia
per l’amenità del luogo sia perché sul sovrastante V.le Libertà il percorso
pedonale non è sufficientemente sicuro mancando il marciapiede.
Uscendo dalla Spiaggia “la Nocciola” (accessibile anche agli amici a 4 zampe) si arriva sulla SP 4; attraversiamo con cautela ed imbocchiamo, poco oltre, alla nostra dx la Via Fornetto.
Saliamo su Via Fornetto per 130 mt dove troviamo il vecchio lavatoio
della loc.tà Fornetto, costruito tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX
secolo.
Facciamo ora il percorso a ritroso ed in corrispondenza dell’accesso alla prima Spiaggia Comunale, sul lato opposto del V.le Pietro Martire, troviamo la cartellonistica del Museo Diffuso che ci segnala il sito della “Cava” (13). Salendo la stradina si giunge ad un cancello da cui si può scorgere la “Rocca di Angera” ed il sito della “Cava”.
Il lato occidentale della Rocca di Angera è stato utilizzato fin dall’epoca romana come cava per l’estrazione della Pietra di Angera : una roccia sedimentaria (dolomia) di colore rosa, giallo o bianco a grana finissima con elevata porosità e cavità uniformemente distribuite, di facile lavorazione che la rende adatta ad essere scolpita. Il suo impiego ha conosciuto un incremento significativo a partire dal 1200, nel XVIII secolo le cave vennero ufficialmente chiuse perché compromettevano la stabilità della sovrastante Rocca dei Borromeo. Il materiale veniva poi caricato su chiatte che attraccavano al lungolago in corrispondenza della Cava.
Ritorniamo sul Lungolago e percorriamo il tragitto a ritroso per
tornare al parcheggio di Via Arena e concludere l’escursione.
Lunghezza
percorso Anello “Parcheggio Via Arena-Oasi Bruschera-Ciclopedonale-Parcheggio
Via Arena) : circa 4 km (Sentiero n. 613)
Lunghezza
percorso “Parcheggio Via Arena-Lavatoio loc.tà Fornetto” : circa 4,7 km a/r
Tempo di
percorrenza : circa 2 ore e 30 minuti
Nella galleria fotografica alla fine del post troverete
tutte le foto dei luoghi visitati.
Aggiornato
ad aprile 2023
Se avete tempo a disposizione potete inoltrarvi nel centro storico per scoprire gli altri siti del Museo diffuso di cui abbiamo trattato ampiamente nel post dedicato.
Altre tappe del Museo diffuso si trovano nelle frazioni di Capronno e Barzola che abbiamo descritto nel post : Sentiero “Lungo un filo di seta”.
Un’altra interessante escursione che attraversa i Comuni di Ranco ed Angera è costituita dall’Anello di San Quirico (VVL-N1) che abbiamo percorso nell’ottobre del 2020.
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