Ciclopedonale Ferrera-Cunardo-Ghirla

 

Raggiungiamo Ferrera di Varese percorrendo la SP 30 e in Via Battisti, nei pressi del Bar Trattoria “La Cascata”, lasciamo l’auto nell’adiacente parcheggio gratuito accanto al Parco Giochi.


Continuiamo su Via Battisti costeggiando il bacino di raccolta delle acque (1) realizzato nel 1910 in seguito alla costruzione di una diga artificiale del 1890 che sbarra il corso del torrente Margorabbia.



Al termine dell’invaso perveniamo in Comune di Cunardo (loc.tà Camartino) e saliamo a sx su Via del Laghetto, dopo circa 280 mt in curva troviamo un incrocio : vediamo sulla sx uno sterrato sovrastato da un ponticello, lo tralasciamo ed imbocchiamo la strada in salita, dopo pochi metri attraversiamo il ponticello e proseguiamo verso dx.



Ci troviamo ora sul vero e proprio sedime della Ciclopedonale attorniati dalla vegetazione.

Il piacevole percorso ci conduce in loc.tà Fornaci dove sono situate le Fornaci “Ibis” di Cunardo : un luogo molto suggestivo che è un vero Museo all’aperto fruibile da tutti, al suo interno ha sede il laboratorio di Giorgio Robustelli proprietario del complesso. Le Fornaci, ultima testimonianza di una florida attività che caratterizzava la zona, ci appaiono all’improvviso tra filari di alberi secolari con il profilo della ciminiera in pietra e l’aspetto della tipica costruzione rurale rimasto in gran parte com’era ai tempi della sua edificazione nel 1800. Dagli anni ’60 numerosi artisti nazionali ed internazionali hanno frequentato questo luogo realizzando e cuocendo le loro creazioni: di essi troviamo testimonianza nei manufatti esposti nel Museo.





Terminata la visita al sito torniamo sulla Ciclopedonale sempre immersa nel verde fino a giungere all’incrocio con Via Belvedere, dotato di apposita segnaletica, dove attraversiamo con prudenza.


Dopo circa 280 mt raggiungiamo Via G. Leopardi che percorriamo in salita verso sx per 170 mt, alla nostra dx troviamo la segnaletica della Ciclopedonale e del Parco Regionale “Campo dei Fiori” con apposita bacheca informativa.


Continuiamo per 200 mt sulla sede della Ciclopedonale fino a pervenire in Via Rossini che percorriamo per 80 mt per poi incunearci in strade interne fino a ritrovarci dopo 130 mt sulla SP 30 (Via G. Galilei).

Imbocchiamo la Provinciale verso dx sull’apposito marciapiede, dopo 140 mt arriviamo ad un incrocio (Via per Bedero) e continuiamo sul marciapiede a fianco della SP 30 in discesa per 70 mt.

Alla nostra dx, in un piccolo spiazzo, troviamo la bacheca informativa del PRCdF relativa all’Orrido di Cunardo.


Prendiamo il sentiero a dx della bacheca e scendiamo i gradini che ci conducono nella valletta naturalistica dove si apre l’accesso alla grotta dell’Orrido Minore.


Giunti nell’avvallamento saliamo i gradini con parapetto in legno e raggiungiamo la voragine di ingresso dell’Orrido di Cunardo.


L’Orrido di Cunardo è un complesso carsico sotterraneo ed un importante traforo idrogeologico unico in Lombardia. Si sviluppa in forma di labirinto di gallerie, ora ampie, ora anguste, scavate dalle acque del torrente Margorabbia. E’ situato in loc.tà Ponte Nativo in prossimità del salto tra Cunardo e Ferrera dove le acque del torrente formano un piccolo invaso artificiale (quello vicino al parcheggio da cui siamo partiti) e la famosa “Cascata Fermona”. Il complesso è composto da diverse gallerie tra cui la Grotta del Ponte Nativo, il Lago Ignoto, l’Antro dei pipistrelli e l’Antro dei Morti : quest’ultima è una depressione del terreno che costituisce l’accesso. L’Orrido può essere visitato in autonomia e con la necessaria cautela nel “ramo secco”  lungo 120 mt attrezzato con catene corrimano alle pareti. Il “ramo umido” è attivo ed è riservato agli esperti : è possibile visitarlo solo con l’ausilio di guide.



Ci soffermiamo ad ammirare il sito per poi risalire i gradini e giungere nell’ampia radura con possibilità di parcheggio dove sono situati altri pannelli informativi sull’Orrido.



Usciti dallo spiazzo saliamo sulla Provinciale verso sx per tornare all’incrocio con Via per Bedero.




Entriamo a dx in Via per Bedero, arrivati alla Cappelletta scendiamo a sx fiancheggiando il parcheggio e poi diritti immergendoci nel verde dei prati di Cunardo dove in inverno si può praticare lo sci di fondo.

Lungo il tragitto alcuni ponti consentono di superare il torrente Margorabbia fino a pervenire in Via Volontari del Sangue da dove si raggiunge la SP 43 (Via Varesina).


Arrivati sulla Provinciale andiamo a dx nell’apposita sede che fiancheggia la strada per 500 mt.

Al termine arriviamo in uno spiazzo dove troviamo una bacheca informativa del PRCdF e la segnaletica della Ciclopedonale.

Entriamo quindi a dx e dopo 200 mt ci appare il nuovo ponte in legno sul torrente Margorabbia.


Il nuovo ponte è stato aperto al pubblico il 9 marzo 2021 ed è stato realizzato da una ditta altoatesina specializzata : la costruzione è stata finanziata con fondi propri del Comune di Cunardo oltre a contributi Ministeriali, del Bacino Imbrifero Montano del Ticino e della Comunità Montana del Piambello.

Lungo il percorso fino a Ghirla, denominato “Via dei Fantocch”, ci si stupisce guardando le originali installazioni nate dalla creatività del pensionato Mario Castiglioni : riproduzioni in legno di personaggi, oggetti, panchine molto pittoresche oltre ad una casetta dei fumetti. Tutti i manufatti riportano didascalie e citazioni tratte da opere letterarie. Per la loro fabbricazione sono stati usati pezzi di legno recuperati dalle piante cadute durante i mesi invernali.




Sulle piante attirano l’attenzione i cartelli realizzati dagli alunni della Scuola dell’Infanzia di Ghirla durante il Campo Estivo 2022.

A 180 mt dal ponte la Ciclopedonale fiancheggia per un breve tratto la Provinciale dove, sul lato opposto, si possono notare i resti del vecchio edificio della Stazione di Cunardo (2) a servizio della dismessa tramvia che collegava Ghirla con Ponte Tresa.


La Ciclopedonale continua in mezzo ai campi fino a costeggiare lo storico “Molino Rigamonti”.

Il Molino Rigamonti è situato lungo il torrente Margorabbia al confine tra Cunardo e Ghirla e funziona ad acqua. Si hanno notizie certe a partire dal 1787 quando la famiglia Rigamonti acquistò l’impianto che è rimasto a disposizione dei contadini fino agli anni ’50. Il mulino, con l’impianto originale, è tuttora funzionante e produttivo; nel 2010 è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia come “negozio di storica attività”.




Al termine della Ciclopedonale si giunge in Via Montello dove andiamo a sx per raggiungere il “Maglio di Ghirla”.



Il Maglio di Ghirla è uno dei più antichi e meglio conservati di tutta la provincia; utilizza l’acqua come risorsa energetica, è un’antica bottega artigiana del passato che per centinaia di anni è servita ai contadini per realizzare i ferri degli animali, le ruote dei carri e tanti altri arnesi necessari nei lavori dei campi. Risale al XVIII secolo quando lo acquistò Mastro Ludovico Parietti. Successivamente nel 1791 venne ceduto alla famiglia Pavoni che lo mantenne in attività fino al 1991, nel 1996 divenne di proprietà della Comunità Montana del Piambello che si è impegnata nel restauro conservativo dell’immobile cofinanziato anche dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto. Oggi è adibito a spazio polifunzionale per mostre e convegni ed è spesso meta di visite didattiche, si trova a pochi minuti dal tracciato della Via Francisca del Lucomagno.

Nei pressi del Maglio scorre il torrente Margorabbia che costeggia la strada principale.


Conclusa la visita al Maglio ritorniamo sui nostri passi e ci addentriamo nel “Ghetto” : un piccolissimo borgo con sottopassaggi, stradine in selciato ed edifici ben ristrutturati costituito da Via dei Portici e Via Jardini. Si ritiene che qui abbiano sostato per qualche periodo ebrei di passaggio.


Usciamo da Via dei Portici salendo alcuni gradini e ci troviamo sulla SS 233 (Via Statale) che attraversiamo in sicurezza sulle strisce pedonali.

Giunti sull’altro lato della strada saliamo la scaletta Rigamonti B. e raggiungiamo la Chiesa di S. Cristoforo Martire.


La Chiesa è stata costruita nel Settecento incorporando un edificio religioso tardo romanico : si compone di un’aula rettangolare a tre navate con volumi laterali, abside semicircolare e slanciato campanile barocco. Il profilo a capanna della facciata è ampliato dalle cappelle laterali semicircolari che delimitano il porticato d’accesso a serliana. La sezione superiore è arricchita da una finestrella mistilinea collocata al centro del cornicione e al di sotto del timpano sommitale. All’interno si trovano affreschi raffiguranti San Cristoforo e la Madonna Immacolata oltre ad una tela seicentesca della B.V. con Sant’Antonio Abate e Sant’Antonio da Padova.

Giriamo attorno alla Chiesa e percorriamo Via Rigamonti per poi andare a dx in Via Andreani : giungiamo infine in P.za Perucchetti dove è posizionato un imponente “Monumento ai Caduti” (3).


Proseguiamo fiancheggiando il bar fino a raggiungere di nuovo la SS 233, andiamo verso sx sul marciapiede per un centinaio di metri per poi attraversare sulle strisce pedonali.

Ancora pochi passi ed eccoci arrivati alla vecchia stazione della dismessa Tramvia della Valganna.

La Stazione di Ghirla è stata progettata dal maestro del Liberty Giuseppe Sommaruga tra il 1913 ed il 1914. E’ simbolo di un’epoca di grandi realizzazioni, quando l’allora innovativa Tramvia della Valganna collegava Varese sia al confine svizzero sia al Lago Maggiore trasportando lavoratori e turisti. L’ultima corsa del tramvai risale al febbraio del 1955. Lo stabile, di proprietà demaniale, è da tempo affittato alle Autolinee Varesine. Ancora oggi rimane il riferimento per la fermata di Ghirla degli autobus che hanno sostituito la vecchia tramvia. Di pregevolissima fattura le pensiline purtroppo ammalorate.




Finita la visita al sito percorriamo la Via Riboni per poi proseguire a dx in Via Montello e ritornare alla Ciclopedonale.

Questo punto funge da intersezione con la Ciclopedonale che attraversa la Valganna e la Valmarchirolo collegando Ganna con Lavena Ponte Tresa. Noi abbiamo percorso il tratto che conduce a Ganna e vi consigliamo di leggere il relativo post pubblicato nel giugno 2020.

Facciamo il percorso a ritroso per tornare al parcheggio di Ferrera.

In alcuni punti di questa Ciclopedonale la segnaletica non è presente, ma speriamo di esservi stati d’aiuto con questa nostra guida.

Per conoscere meglio Ferrera di Varese e le sue attrattive (tra cui la famosa “Cascata Fermona”) vi suggeriamo di leggere il post pubblicato nell’ottobre 2021 che descrive l’Anello Ferrera-Grantola-Ferrera.

La partenza della Ciclopedonale è situata nel fondovalle : percorrendo la SS 394 in Comune di Cassano Valcuvia si arriva ad una rotatoria su cui è posizionata un’installazione ciclistica, si tralascia la deviazione per Ferrera e si prosegue per 500 mt fino a svoltare a dx in Via per Cassano (segnaletica “Al Cavallino-Cascina Spera”); consigliamo di lasciare l’auto nello spiazzo sulla sx all’imbocco della via e poi procedere a piedi fino al ponte sul Margorabbia nei cui pressi inizia la ciclabile che si interseca con la Ciclopedonale che attraversa la Valcuvia e la Valtravaglia collegando Cuveglio a Luino.



Inizio Ciclopedonale Ferrera - Via per Cassano

Lunghezza percorso : circa 5,6 km solo andata Pista Ciclopedonale escluso soste e deviazioni

Tempo di percorrenza : circa 1 ora e 20 minuti solo andata Pista Ciclopedonale escluse soste e deviazioni

Nella galleria fotografica alla fine del post troverete tutte le immagini dei luoghi visitati.

Aggiornato a novembre 2022

Galleria fotografica percorso


Commenti